(di Roberto Nardi)
(ANSA) - VENEZIA, 31 AGO - L'unicità della cifra artistica,
all'insegna della forza del gesto e dell'impegno emozionale
anche in chiave politica e sociale, attraverso la pluralità
delle tecniche del complesso mondo dell'opera grafica che
accompagna con continuità il percorso di Emilio Vedova dagli
inizi degli anni Sessanta fino alla morte nel 2006. È carica di
emozioni e scoperte la mostra "Emilio Vedova.
Una rassegna voluta dal presidente Alfredo Bianchini e curata
da Fabrizio Gazzarri, collaboratore per decenni dell'artista,
memoria storica e diretta del nascere di molti cicli pittorici e
grafici, scomparso improvvisamente due mesi fa. Bianchini ha
sottolineato l'importanza rivestita nel lavoro di Vedova dalla
grafica nelle sue più diverse espressioni tecniche -
dall'incisione alla serigrafia, dalla litografia al collage -
sempre all'insegna della sperimentazione e dell'utilizzo di
procedure "segrete". È stato ricordato che spesso nel percorso
di un artista l'opera grafica viene vista come una sorta di
"arte minore". "Per Vedova - ha detto il presidente della
Fondazione - non era così: si è dedicato alla grafica per gran
parte della sua vita. Lì esprimeva l'energia e la forza". Le
stesse componenti emozionali ed etiche, con lo stesso scrupolo e
attenzione nella qualità e resa stilistica, che hanno
caratterizzato i sui cicli pittorici, le sculture, i disegni.
Corrado Albicocco, che dalla fine degli anni Settanta ha
stampato molti dei cicli grafici dell'artista ha ricordato che
una volta era stata scartata una stampa perché c'era un puntino
di troppo che solo Vedova aveva visto: "Era duro, pignolo,
scrupoloso".
Il percorso espositivo prende avvio al Magazzino del Sale dai
primi lavori incisori in bianco e nero degli anni Sessanta,
sempre segnati da ampi gesti pittorici e scritti. Una sorta di
risposta, di emotiva contrapposizione nel segno di una nuova
sperimentazione artistica, all'avvento della pop art, con il
Leone d'oro della Biennale a Rauschenberg nel 1964. Seguono poi
altri lavori fino agli inizi del nuovo millennio, non nel quadro
di una strada cronologica o tematica, ma piuttosto attraverso
esempi, in gran parte inediti, delle diverse tecniche toccate
dall'artista, come le litoplurime e le seriplurime degli anni
Settanta a tre dimensioni. Tutte opere, a ben vedere, che
esprimono la sua "urgenza comunicativa", il suo essere
uomo-artista protagonista del suo tempo. Oltre a lavori disposti
su tavoli, ci sono quelli in movimento grazie alla Machina
Robotica ideata da Renzo Piano. Sarà l'occasione per il
visitatore di entrare quasi a contatto con i vari cicli che si
alterneranno attorno nella sala secondo una precisa scadenza
temporale.
Lo stesso carattere immersivo segnerà la visita dello Spazio
Vedova dove accanto a a opere alle pareti ci saranno immagini e
video che mostrano l'artista al lavoro. Attraverso anche filmati
d'epoca sarà come entrare nello studio di Vedova e prendere
parte idealmente alle sue alchimie sulle lastre. L'ambientazione
video è stata curata da Tomaso Pessina.
In catalogo, l'appassionante "racconto critico " di Gazzarri,
che sottolinea tra l'altro che la "concezione artistica di
Vedova non contemplava le logiche dell'intrattenimento" né
"quelle economiche" che seducono e deformano l'orizzonte
culturale del sistema dell'arte, ma "egli perseguiva con sempre
rinnovata energia il contatto decisivo tra necessità, sapere e
linguaggio". In questo anche l'opera grafica rivestiva il ruolo
di strumento espressivo insostituibile.
Nell'azione di promozione dell'opera di Vedova portata avanti
dalla Fondazione, è stato anche annunciato che il 2 novembre
sarà inaugurata a Seul una mostra con una selezione di suoi
lavori. Bianchini, a tale proposito, ha sottolineato che l'arte
in questo momento mondiale di "scontro di situazioni", come
avrebbe detto l'artista, possa, può, "sempre essere un momento
di avvicinamento e di pace per l'umanità". (ANSA).
Emilio Vedova, la grafica come passione e impegno
Retrospettiva a Venezia, sperimentazione e tecniche incisorie