(di Elisabetta Stefanelli)
(ANSA) - ROMA, 21 DIC - Cristina Roccati, la terza donna a
laurearsi al mondo - la prima fu la veneziana Elena Lucrezia
Corner -, la seconda in una materia scientifica dopo Laura
Bassi, che insegnava a Bologna all'Alma mater dove lei
''straniera'' di Rovigo poi si laureò: ''aveva raggiunto la
laurea a 18 anni, impossibile oggi ma non così all'epoca''. E lì
visse tra il 1732 e il 1797.
Poi si era 'ritirata' a Rovigo, lì era diventata la 'Pricipessa'
dell'Accademia dei Concordi, non senza sollevare dissensi e lì
aveva insegnato fisica ai suoi concittadini. Nel frattempo aveva
continuato a creare componimenti poetici, con un successo che
non le garantirà comunque un posto nella storia della
letteratura italiana''. Nessun primato dunque, ma qualcosa di
eccezionale Cristina lo aveva veramente fatto, al punto da
convincere Rovigo a dedicarle finalmente ora una mostra nella
sua città: ''aveva confermato che le donne hanno diritto, ma
soprattutto capacità, di studiare materie scientifiche, alla
pari dei loro colleghi maschi''. Lo racconta Sergio Campagnolo
nel catalogo di ''Cristina Roccati, la donna che osò studiare
fisica'', la mostra a Rovigo, al Palazzo Roncale fino al
prossimo 21 aprile 2025. Ma c'è da chiedersi, guardando la
presenza maschile imperante, dalla toponomastica ai libri di
storia, ma un uomo per meritarsi il ricordo dei posteri deve
aver fatto tutto questo? Cristina Roccati ha fatto direi anche
di più di molti colleghi, e non, uomini che arredano con statue
le nostre piazze. La mostra ne descrive la vita e gli studi, lo
spirito innovativo, attraverso documenti, oggetti, immagini che
collocano la sua figura e il suo lavoro nell'ambito della
comunità scientifica femminile che all'epoca operava nel mondo.
Rimasta nell'anonimato, tra mille difficoltà e pregiudizi, in un
mondo esclusivamente maschile come testimoniano le immagini
dell'epoca che documentano le discussioni delle tesi, ad
esempio: una donna al centro, in questo caso Laura Bassi tra
mille parrucche accademiche. Ci sono anche le sue lezioni in
mostra che, non a caso, ha una curatrice scientifica Elena
Canadelli, storica della scienza, e il percorso è impostato nel
senso di una riflessione, che purtroppo non è ancora finita, sul
ruolo delle donne nella scienza e a favore delle lauree Steam
per le ragazze. Una mostra che dal passato allarga lo sguardo
sul futuro, non a caso il nome di Cristina Roccati è stato dato
ad uno dei telescopi che verranno lanciati in orbita nell'ambito
del progetto Plato dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), la cui
missione è individuare pianeti extrasolari simili alla Terra. E
ancora nel percorso della mostra a Palazzo Roncale si trovano
libri esposti, le lettere come quelle indirizzate a Girolamo
Silvestri, con una particolare attenzione, visto che siamo nel
secolo dei Lumi, ad alcuni strumenti impiegati nel XVIII:
dall'apparecchio in legno per studiare gli urti elastici e
anelastici, alla macchina per esperienze sulla forza centrifuga,
all'apparecchio per la composizione delle forze, fino ai prismi
attribuiti a Isaac Newton appartenuti a Francesco Algarotti.
Nata da un'idea di Sergio Campagnolo, la mostra è promossa dalla
Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con il
supporto dell'Accademia dei Concordi e del Comune di Rovigo, e
la curatela scientifica di Elena Canadelli. (ANSA).
Cristina Roccati, la donna che viaggia fino alle stelle
A Rovigo la mostra sulla scienziata apripista