MADRID - Il grande Maestro bolognese. Anzi, "il divino", come lo chiamavano per quel talento innato per la rappresentazione del sovrannaturale.
È quasi una genealogia, che da Tiziano e dai veneziani arriva fino a Goya", racconta il direttore delle collezioni del Prado, Adreés Ubeda, presentando la mostra oggi a Palazzo Barberini, insieme al curatore David Garcia Cueto, direttore del dipartimento Pittura italiana e francese fino al 1800 del Prado, e all'ambasciatore di Spagna a Roma, Miguel Angel Fernandez-Palacios. "Reni - aggiunge la direttrice delle Gallerie Nazionali d'arte antica, Flaminia Gennari Santori - è un artista che ha avuto una straordinaria fortuna nell'800, ma che oggi il grande pubblico forse non conosce".
Divisa in quattro filoni tematici, con il patrocinio della Fondazione BBVA, l'esposizione spagnola si concentra soprattutto sulle grandi tele di Reni esplorando la sua influenza sull'universo estetico del barocco europeo. E porterà al Prado anche lavori che poche volte si sono visti al di fuori delle loro ubicazioni abituali, come l'imponente Trionfo di Giobbe dalla Cattedrale di Notre Dame di Parigi e la Circoncisione della Chiesa di San Martino di Siena, assieme a opere celebrrrime come l'Immacolata Concezione del Metropolitan di New York (ANSA).
Guido Reni superstar nella primavera del Prado di Madrid
In mostra anche tele da Gallerie Nazionali Arte antica