(di Alessandra Baldini)
(ANSA) - NEW YORK, 07 MAR - Una delle piu' famose fotografe
americane scava nei suoi archivi e riscopre come ha cominciato:
complice il lockdown da Covid, Tina Barney ha avuto il tempo di
esumare i negativi scattati in formato 35 millimetri tra la fine
degli anni settanta e l'inizio degli anni Ottanta quando,
giovane sposa e madre di due bambini trasferita da New York in
Idaho, si era avvicinata da quasi neofita alla fotografia
studiando all'appena nato Sun Valley Center for the Arts.
Il risultato di questo esercizio sono una mostra e un libro,
entrambi intitolati The Beginnings, in cui quella che il New
York Times definisce "l'etnografa delle elite" riflette su come
ha trovato la propria voce.
La Barney scelse di puntare il suo obiettivo sul mondo insulare
della Old Money che conosceva bene dal di dentro.
Degli oltre mille negativi, una cinquantina scattati tra
Manhattan e il Rhode Island hanno trovato spazio nella rassegna
da Kasmin, una galleria di Chelsea alle spalle della High Line.
Sono istantanee solo in apparenza casuali, realizzate con una
Pentax portatile tra 1976 e 1981 e oggi "come dei raggi X della
mia mente", ha detto la fotografa.
Il 1981 e' un anno chiave per la Barney che passa a usare una
Toyo 45A Field montata su cavalletto per creare messe in scena
come fotogrammi di un film di cui lei e' la regista, con
negativi cosi' dettagliati che possono essere stampati a
grandezza naturale dando allo spettatore l'impressione di essere
entrato nella composizione. Questa ricerca e' gia' in Amy Phil
and Paul del 1980, una delle foto in mostra, ancorata alla
figura centrale del figlio inquadrato di spalle davanti a una
piscina incorniciata da altre due figure.
E' da 40 anni, attraverso serie come Theater of Manners, The
Europeans, e Players, che Tina Barney fotografa su grande scala
amici e famiglia - aristocratici americani ed europei ma anche
celebrita', tra gli ultimi David Harbour di Stranger Things per
una campagna dello stilista Thom Browne - tra garden party a
luce di candela, barbeque e piscine, camere da letto e bagni
dalle mattonelle rosa, divani di chintz, bambole, abiti a fiori
e seersucker. Ritratti di vita senza tempo delle famiglie
dell'alta società, che oscillano tra il tableau vivant e il
quadro di genere, ma anche un'esplorazione dei rapporti
gerarchici familiari e le dinamiche sociali e culturali dei
soggetti.
La fotografa ha sfondato nel 1983 quando, tornata a New York con
i figli dopo il divorzio, la grande stampa Sunday New York Times
entro' con opere di una nuova generazione di pioniere della
fotografia come Barbara Kasten e Cindy Sherman nella rassegna
del MoMA Big Pictures by Contemporary Photographers: un
capolavoro che porta lo spettatore nell'intimo ritratto di una
famiglia a colazione, il patriarca immerso nella lettura del
giornale della domenica. Da allora, oltre che nelle collezioni
permanenti del MoMA, le foto della Barney sono entrate nelle
raccolte del Whitney, il Museum of Fine Arts di Boston il LOs
Angeles County Museum e la Collezione Nicola Erni di Zug in
Svizzera. (ANSA).
In una mostra e un libro gli inizi di Tina Barney
50 scatti, etnografa delle élite riscopre la sua voce da giovane