NEW YORK - Georgia O'Keeffe come mai prima d'ora era stata studiata: non per i suoi iconici fiori, i petali e le corolle giganti, o per i grattacieli dipinti dal trentesimo piano di un hotel su Lexington Avenue, ma per gli esperimenti su carta realizzati in serie che sfiorano l'astrazione. "Li abbiamo messi insieme come quando giochi a carte e devi metterne insieme quattro uguali per vincere", spiega la curator Samantha Friedman a proposito della nuova mostra del MoMA intitolata "Too see it takes time" (Per vedere ci vuole tempo) che mette sistematicamente insieme disegni, pastelli e acquarelli della 'madre del modernismo', morta quasi centenaria nel 1986 a Santa Fe in New Mexico.
"Georgia era un'artista molto più moderna e radicale di quanto ci immaginiamo", spiega Friedman: "La O'Keeffe che ho incontrato in questa mostra era più contemporanea di quella che avevo studiato finora. Anche quando il grosso della sua produzione era la pittura su tela, tornava sempre alla carta negli snodi cruciali della sua sperimentazione". "Vedere prende tempo, così come avere amici prende tempo", cita il MoMa dando alla mostra il suo titolo ispirato alle convinzioni dell'artista. In molti casi l'esposizione ha rimesso assieme per la prima volta opere parte di uno studio su cui O'Keeffe stava lavorando: paesaggi organici e nudi, ma anche disegni astratti al carboncino che lei intitolava 'specials'.
Disegnare, emerge così dalla mostra, era per O'Keeffe un modo di catturare non solo le forme della natura, ma anche i suoi ritmi, come in una serie, ricostituita al MoMA nella sua completezza per la prima volta, che mostra otto versioni del sole al tramonto catturato con pigmenti a spirale dai colori smaglianti.
Al MoMA le opere su carta di Georgia O'Keeffe
Il lato mai studiato dell'iconica artista dei fiori