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Cinque femministe di fine '700 in mostra a Grasse

Messaggi politici nascosti nei ritratti del collettivo bohemien

Redazione Ansa

GRASSE - Le opere delle sorelle Marie-Victoire, Marie-Élisabeth, Marie-Geneviève e Marie-Denise Lemoine e della cugina Jeanne Elisabeth Gabiou sono protagoniste della mostra "Je declare vivre de mon art", Dichiaro di vivere della mia arte!", che il Museo Fragonard di Grasse ospita dal 10 giugno all'8 ottobre.
    Unite dalla stessa passione per la pittura, da uno stile di vita da collettivo bohemien durante la Rivoluzione Francese e giurando di vivere della propria arte, le cinque talentuose donne segnarono con il proprio lavoro un capitolo originale e finora inedito della storia dell'arte francese ai tempi della grande rivoluzione.
    Curata da Carole Blumenfeld, la mostra racconta la loro storia e i loro approccio femminista all'arte: se la loro traiettoria un po' romantica offre uno spaccato originale dell'epoca, lo studio delle loro carriere infrange anche molti pregiudizi sulle donne artiste nel periodo rivoluzionario. La primogenita Marie-Victoire Lamoine, allieva di Elisabetta Vigée-Le-Brun, la pittrice ufficiale della regina Maria Antonietta, si era fatta notare sulla scena artistica parigina nel 1779 con il suo ritratto della principessa di Lamballe, esposto al Salon de la Correspondance. Presto fu lei a fare da guida alle sorelle e alla cugina, altrettanto dotate di gusto e di talento pittorico, trasformando la comune abitazione di rue Traversière, oggi rue Molière, in un atelier.
    Andando contro i pregiudizi e le convenzioni dell'epoca, le giovani formarono subito un gruppo, i cui successi artistici riuscirono a far fronte ai profondi cambiamenti della società degli ultimi decenni del '700. A partire dal Direttorio, infatti, le artiste riuscirono a nascondere nei loro ritratti messaggi politicamente impegnati: sotto la fragilità dell'infanzia o la descrizione delle qualità morali e fisiche delle donne dell'epoca, il collettivo utilizzò un linguaggio sottile, destinato agli iniziati. Per decifrarne il significato era necessario interpretare i legami tra le composizioni di alcune di loro o semplicemente essere appassionati di letteratura o di teatro.
   

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