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Tefaf torna a New York con 5000 anni di arte

Dagli antichi egizi a Koons, Hirst e tante donne

Redazione Ansa

NEW YORK - Dall'Egitto dei Faraoni e dagli etruschi all'arte contemporanea blue chip: quasi cento espositori hanno occupato per il fine settimana l'Armory su Park Avenue per l'edizione newyorchese di Tefaf, la grande kermesse dell'arte originata a Maastricht e che ogni anno dal 2017 porta nella Grande Mela il meglio che le gallerie internazionali hanno da offrire in questo momento. L'ingresso a effetto e' offerto da Gagosian che ha esposto un grande dipinto di Jeff Koons della serie Made in Heaven in cui l'artista si e' ritratto a letto con l'allora moglie Ilona Staller. Karma, che ha sedi a New York e Los Angeles, ha scelto come tema l'architettura nei quadri, illustrandolo con due De Chirico tra cui una gigantesca torre del 1966 che sovrasta minuscole figure chiuse in un recinto. Partita con due edizioni all'anno, dopo la pandemia Tefaf ha eliminato la sessione autunnale per concentrarsi sulla primavera, quando il mondo dell'arte a New York e' in fibrillazione tra aste e altre fiere tra cui Frieze. Dati gli spazi ristretti, ciascuna galleria anche stavolta ha puntato a mostrare il meglio del suo repertorio con la cura che un museo riserverebbe alla selezione e l'allestimento dei pezzi. Sulla scia della mostra veneziana alle Procuratie Vecchie l'anno scorso che ha coinciso con il 60esimo anniversario della presentazione dell'artista al Padiglione Usa della Biennale, Marc Glimcher di Pace ha puntato su Louise Nevelson, mostrando una serie di collages realizzati dagli anni Cinquanta alla morte nel 1988: hanno stime che vanno tra i 100 mila e 300 mila dollari. Marisa Merz, Carla Accardi e Jannis Kounellis sono proposti da Cardi Gallery, fondata nel 1972 a Milano e che fu tra le prime a esporre l'Arte Povera. Robilant and Voena ha in stand un Damien Hirst "medievale" del 2008: Tree of Life da lontano sembra la vetrata di una chiesa gotica, ma da vicino si scopre che e' composto di centinaia di ali di farfalle. Lo circondano due sculture di Barry X Ball ispirate a Medardo Rosso. Alcune gallerie hanno scelto di giustapporre antichita' e contemporaneo: il belga Axel Vervoordt, per esempio, ha abbinato una testa di divinita' del 12esimo secolo dalla Cambogia con un monolite astratto di Anish Kapoor del 2002. Entrambi - la testa di arenaria del sovrano Khmer Jayavarman VII e l'opera di Kapoor - evocano la trascendenza attraverso la permanenza della pietra.
    Un altro punto di forza e' la partecipazione di galleriste donne che hanno esposto artiste donne: come Nathalie Obadia che ha sedi a Parigi e Bruxelles e ha appeso opere astratte di Shirley Jaffe, l'artista americana a cui il Kunstmuseum di Basilea in questi giorni sta dedicando una retrospettiva.

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