MILANO - Era il primo dicembre 1924 quando a Parigi il poeta André Breton pubblicò la raccolta 'Poisson Soluble', la cui introduzione sarebbe diventata il Primo Manifesto del Surrealismo: il libretto originale apre la mostra 'Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen', visitabile da domani al Mudec - Museo delle Culture di Milano.
Promossa dal Comune di Milano - Cultura e prodotta da 24 Ore Cultura - Gruppo 24 Ore, la mostra è stata realizzata grazie ai prestiti del Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, che possiede una celebre collezione di arte surrealista che annovera artisti come Salvador Dalí, Max Ernst, René Magritte e Man Ray. Il museo è chiuso fino al 2029 per ristrutturazione, ma la sua collezione sta viaggiando in tutto il mondo. La curatela è stata affidata alla storica dell'arte Els Hoek, curatrice del Mfhduseo, con la collaborazione di Alessandro Nigro, professore di Storia della critica d'arte presso l'Università di Firenze. Curare una mostra per il Mudec ha portato Hoek a una selezione mirata della collezione con un focus sull'interesse dei surrealisti per le culture native, cui è dedicata un'intera sezione, che va dal documento di condanna dell'Esposizione coloniale del 1931 all'etnografia sovversiva di George Bataille fino all'Esposizione di oggetti surrealisti presso la Galerie Charles Ratton (1936), che sottolineò l'affinità tra oggetti surrealisti ed etnografici. Accanto alle opere surrealiste, alcune del Mudec, in un dialogo tra culture. Dall'iconico sofa a forma di labbra (di Mae West) alla Venere di Milo a cassetti di Salvador Dalì e alla Venere restaurata di Man Ray, ogni sezione è poi introdotta da un'opera chiave e da una citazione, che racconta come il surrealismo non fu solo uno stile o un movimento artistico, ma un pensiero poetico, con un nuovo modo di approcciarsi al mondo.