MILANO - Non solo una artista ma anche e soprattutto un'attivista visuale: così ama definirsi Zanele Muholi, ambassador di spicco della comunità LGBTQIA+, che con il suo lavoro indaga temi come razzismo, eurocentrismo, femminismo e politiche sessuali, ed è in continua trasformazione.
Scultura, pittura, immagine in movimento sono i suoi strumenti.
Ora oltre sessanta delle sue opere arrivano al Mudec, il museo delle Culture di Milano dove resteranno esposte fino al 30 luglio in una mostra curata da Biba Giacchetti, promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE in collaborazione con SUDEST57, e come Institutional Partner Fondazione Deloitte.
"Siamo qui, con le nostre voci, le nostre vite, e non possiamo fare affidamento sugli altri per sentirci rappresentati in maniera adeguata. Tu sei importante - è il messaggio di Muholi -. Nessuno ha il diritto di danneggiarti per la tua razza, per il modo in cui esprimi il tuo genere, o per la tua sessualità perché, prima di tutto, tu sei".
Nata durante l'apartheid, ha dovuto affrontare le violenze nei confronti della comunità LGBTQIA+ che ha documentato con i suoi primi lavori fotografando i sopravvissuti.
Al Mudec, oltre a una serie di lavori selezionati da Giacchetti con l'artista, è presente anche una installazione site-specific, la messa in scena di un letto, dedicato alla sua sfera più intima e privata, un abbraccio tra l'artista e la compagna scomparsa, riprodotto in una immagine che ne riveste l'intera superficie.
"Con questa installazione esclusiva - commenta ha spiegato la curatrice - Muholi vuole comunicare come il riposo, la necessità dell'abbandono all'altro, siano componenti universali della natura umana e trascendano le logiche di razza genere e sessualità". (ANSA).
Al Mudec in mostra l'attivismo visuale di Muholi
A Milano oltre sessanta opere e una installazione site-specific