ALGHERO - L'incanto di vestigia misteriose, uniche al mondo come le domus de janas, le "case delle fate", espressione funeraria e artistica, poi ancora, dolmen, menhir, grotte, villaggi. Straordinarie testimonianze di archeologia, arte e architettura di cui la Sardegna è costellata, in splendidi contesti paesaggistici.
Sono i tesori del progetto che punta al riconoscimento Unesco dei monumenti preistorici dell'Isola come patrimonio dell'umanità. La presentazione del progetto è proseguita a Cheremule al Parco dei Petroglifi, con le sue 37 domus de janas, tra cui la celebre Tomba Branca, con le preziose incisioni figurative su roccia. Poi toccherà man mano altri centri.
Occasione per mettere a confronto studi e ricerche per la tutela e valorizzazione delle testimonianze dell'antica civiltà "parte integrante del nostro paesaggio", ha detto Maria Giovanna De Martini, del Cesim, centro studi identità e memoria presieduto da Giuseppa Tanda - tra le massime esperte di Domus de Janas - e coordinatrice del progetto di candidatura assieme alla Rete dei Comuni delle Domus de Janas, 35 siti candidati e con Alghero capofila.
Un patrimonio di straordinaria importanza e bellezza. "Il cammino verso l'Unesco procede - ha detto la sindaca di Cheremule Antonella Chessa -. La Sardegna conta circa 3.500 domus de janas, di cui almeno 250 decorate, testimonianze di altissimo valore artistico con rari riscontri, espressione funeraria e artistica più rilevante del sistema culturale che si è sviluppato nell'Isola tra la fine del V e il III millennio a.C. - ha evidenziato Tanda - tra i 35 siti preistorici ci sono tra gli altri, il monumento troncopiramidale di Monte d'Accoddi nel cuore della Nurra, la necropoli ipogeica di Anghelu Ruju e le tombe rupestri di Santu Pedru ad Alghero. L'itinerario prosegue per far tappa alle Domus de Janas di Montessu, nel Sulcis, e quelle a prospetto di Anela nel Goceano, la Roccia dell'Elefante a Castelsardo, i Circoli di Li Muri ad Arzachena, la Necropoli di Monte Siseri e Domus di S'incantu a Putifigari, il complesso prenuragico del Parco Archeologico di Pranu Mutteddu a Goni, le officine dell'ossidiana sul Monte Arci. Poi le necropoli di Brodu a Oniferi, Sant'Andrea Priu a Bonorva".
A Cheremule la giornata è stata scandita da dibattiti alla presenza di studiosi ma anche escursioni con le guide ambientali per promuovere le bellezze del territorio dal punto di vista culturale e turistico. (ANSA).
Con le domus de janas prosegue la corsa verso l'Unesco
Si rimette in moto progetto candidatura patrimonio preistorico