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Telegramma di Puccini a Antinori diventa un tappeto di Benassi

Installazione rievoca successo della 'Fanciulla del West' a Nyc

Redazione Ansa

 È 'diventato' un tappeto dell'artista Elisabetta Benassi il telegramma che Giacomo Puccini inviò al marchese Piero Antinori nel 1910 per la prima della 'Fanciulla del West' al Metropolitan Opera di New York, debutto che riscosse straordinario successo sotto la bacchetta di Arturo Toscanini. Il tappeto è una installazione permanente alla Cantina Antinori nel Chianti Classico a Bargino (Firenze), e riproduce il messaggio da Oltreoceano. E' anche una nuova acquisizione per la tradizionale attività di mecenatismo che la famiglia Antinori persegue affidando all'arte il compito di raccontare la sua storia con Antinori Art Project diretto da Ilaria Bonacossa.
    Annodato a mano a Katmandu, l'opera di Elisabetta Benassi affiancherà quelle di Yona Friedman, Rosa Barba, Jean-Baptiste Decavèle, Tomàs Saraceno, Giorgio Andreotta Calò, Nicolas Party, Jorge Peris, Stefano Arienti e Sam Falls. "Grande trionfo", scriveva Puccini facendo recapitare il messaggio. Il telegramma è stato di recente rintracciato nel corposo carteggio fra il musicista e l'avo del casato fiorentino, e pubblicato in suoi studi pucciniani dallo scrittore, giornalista e ricercatore Maurizio Sessa. L'originale, custodito dagli Antinori, testimonia un'amicizia e prova l'intreccio tra la storia di questa antica famiglia fiorentina a quella della cultura italiana. "Ho realizzato tappeti partendo da alcuni telegrammi che ho trovato dal 2009 a oggi. Tra questi l'ultimo nell'Archivio Antinori - spiega l'artista Elisabetta Benassi - Spedito da Puccini da New York a Firenze annuncia il trionfo de La Fanciulla del West. È noto che pianoforte e grilletto fossero sue grandi passioni. Torre del Lago era il luogo dove il compositore amava rifugiarsi e tornare dopo le sue tournée, così come la Maremma, dove fu ospite a Bolgheri dagli amici Piero Antinori e Giuseppe della Gherardesca, anch'essi cacciatori. Mi piace pensare che da questi luoghi sia nata l'ispirazione per questa opera lirica. Oggi quel telegramma diventa un grande tappeto, oggetto quotidiano, segno trasmesso dalle moderne utopie del '900 a ora; una sorta di "macchina" del tempo, ponte che collega il passato al presente". (ANSA).
   

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