VENEZIA - Una risposta pronta, innovativa sul piano progettuale e procedurale, nella secolare lotta della Basilica di San Marco di Venezia contro i danni provocati dall'acqua alta. Resa ancor più significativa dalla specificità di interventi che riguardano anche i disastri causati a un'area della pavimentazione a mosaico dalla marea eccezionale del novembre 2019. Va inquadrata anche sotto questa luce la firma dell'avvio dei cantieri, resi possibili dal finanziamento di 3,3 milioni di euro concesso dal ministero della Cultura e assegnato alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e laguna. Mediante una specifica convenzione con questo ufficio, la Procuratoria di San Marco, di fatto il padrone di casa per quando concerne la tutela della Basilica, ha assunto la funzione di stazione appaltante. I lavori di restauro riguarderanno due specifiche aree: le lastre lapide e marmoree che rivestono le pareti interne dell'ala nord del nartece, a sinistra dell'ingresso, e la pavimentazione a mosaico contornante l'altare del Santissimo, nella zona a destra dell'interno dell'edificio. In questo caso, l'acqua alta del 2019, la seconda più elevata nella storia veneziana dopo quella del 1966, aveva di fatto distrutto irreparabilmente circa 2 metri quadrati di pavimentazione. Il recupero - è stato spiegato dal proto Mario Piana, autore del progetto - sarà possibile grazie all'analisi di materiale fotografico e archivistico degli inizi del secolo scorso. L'intervento a tutela delle strutture e dei beni della Basilica dalle acque alte, e dai conseguenti danni provocati all'umidità e dai sali che si depositano, è il più importante dopo la realizzazione di un sorta di cintura con barriere in vetro all'esterno dell'edificio religioso. Particolare attenzione, nel corso della firma dell'accordo per la concessione dei lavori alla ditta Rti Lares, è stata data da parte del primo procuratore di San Marco Carlo Alberto Tesserin e dal sovrintendente di Venezia Fabrizio Magani al fatto che il finanziamento rientra nel Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali e alla celerità dei tempi tra la firma del decreto ministeriale e l'avvio dei lavori. "Siamo consapevoli che utilizziamo risorse pubbliche per un bene dell'umanità" ha detto Bruno Barel, uno dei sette procuratori di San Marco. I lavori dovrebbero concludersi entro la fine del 2025.
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