Prima di arrivare sano e salvo all'aeroporto di Galatina c'è stata la paura di morire e la caduta in acqua dalla scialuppa di salvataggio. Leonidha Ndreu, forlivese di 58 anni, camionista di origini albanesi, è a casa con la famiglia, ancora traumatizzato dall'esperienza sulla Norman Atlantic. E' l'ha raccontata all'edizione di Forlì de Il Resto del Carlino.
"Ero nella mia cabina - ha detto - dopo essermi imbarcato da Igoumenitsa. Dal bagno usciva del fumo. Erano le 5 del mattino, forse le 6. Il suono delle sirene ha svegliato tutti. Ho capito che stava succedendo qualcosa di grave. Mi sono subito vestito.
Nei corridoi la gente correva, urlava. Ho raggiunto un ponte esterno. Lì si è formato un primo gruppetto di una decina di persone. Per fortuna ero tra quelle. Un membro dell'equipaggio ci ha aiutati a scivolare nelle scialuppe. Prima di me una donna greca con il marito, dopo un uomo che si è aggrappato alle mie spalle. Il mare era agitato. Ci siamo mossi lentamente, poi si è avvicinata una nave. Però non siamo riusciti ad agganciare le corde". La scialuppa di salvataggio, però, a causa delle onde altissime si è ribaltata e Leonida, insieme a quelli che erano con lui, sono finiti in acqua. "Ho guardato la luce - ha detto - e ho nuotato in quella direzione. Sono riemerso, aggrappandomi a una corda della scialuppa come hanno fatto gli altri. Ho avuto paura di morire, ma non mi sono lasciato vincere dalla paura. Ho pregato e Dio mi ha aiutato. Siamo rimasti in mare più di due ore e una volta salito sull'elicottero ho pensato che il peggio era passato".
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