Una persona curiosa di scoprire questo grande mondo, fortunata per avere un lavoro che lo fa viaggiare e che gli permette di incontrare persone fantastiche. Cesare Tavella il cooperatore italiano ucciso di Bangladesh si descriveva così sul sito Couchsurfing di scambio ospitalità.
Nel descrivere "una cosa incredibile che ho fatto" il cooperante nel sito aveva scritto: "Avere un bambino". Il suo mestiere di cooperante lo aveva portato in molti paesi che lui stesso aveva elencato sul sito: "Ho vissuto in Albania, Armenia, Bangladesh, Cambogia, Camerun, Francia, Indonesia, Italia, Kenya, Mongolia, Corea del Nord, Romania, Federazione Russa, Somalia, Sri Lanka, Sudan, Yemen". Nel 2000 Tavella era andato a vivere con la famiglia - moglie e figlia - a Casola Valsenio, sull'Appennino ravennate al confine con la Toscana dopo aver acquistato un podere. E a Casola Valsenio il veterinario risultava ancora residente anche se, a quanto pare, il podere lo aveva affittato, dopo averci vissuto per qualche anno. Ma poi aveva ripreso a girare il mondo per insegnare nei paesi in via di sviluppo come allevare gli animali. Per il Bangladesh era partito dopo Ferragosto. Dal 93 lavorava nella cooperazione internazionale seguendo progetti di sicurezza alimentare e sviluppo di aree rurali per diverse organizzazioni, soprattutto in Asia. Ora era project manager di un team che contava altre cinque persone oltre a lui.
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