(ANSA) - MODENA, 24 GIU - Un racconto a larghi tratti folle, fatto di "macchie e segni sulla pelle" in realtà inesistenti e 'dovuti' alla "contaminazione dell'acqua e dell'aria". Ma anche di manie persecutorie dove rientrava la figura del compagno ucciso, Claudio Palladino, 63 anni.
Davanti al pm Lucia De Santis e alla squadra Mobile ha svelato un quadro lucido sulla dinamica dei fatti, confermato dai primi accertamenti della Scientifica nell'abitazione al terzo piano dove i due vivevano da anni. Ma per quel che riguarda il movente, le parole della donna sono state caratterizzate da quella che risulterebbe una confusione mentale a tratti totale. Verona Popescu avrebbe ad esempio chiesto agli agenti giunti sul posto di esaminare i genitali dell'uomo, dicendosi certa che fossero a loro volta 'contaminati'. Quasi per giustificare quanto appena compiuto. Ha lasciato intendere di vedere il compagno come un 'nemico', sempre per motivi che non hanno a che fare con la realtà. E contestualmente avrebbe più volte ribadito che Palladino era l'amore della sua vita, che però l'uomo non la capiva 'riducendo' il suo malessere fisico (le inesistenti macchie sulla pelle), a manie persecutorie. Ora spetterà agli inquirenti stabilire se la donna nella sua follia stia dicendo il 'vero', oppure se il quadro allucinato e farneticante possa essere stato orchestrato per nascondere altri moventi. Lunedì l'ex badante affronterà l'interrogatorio di garanzia.
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