Emilia Romagna

Stupri di Rimini, Polonia chiederà l'estradizione degli arrestati

Preso anche il quarto componente del branco

Redazione Ansa

Davanti al Pm della Procura di Rimini che lo ha interrogato ieri, il congolese 20enne Guerlin Butungu, ritenuto il capo del 'branco' accusato dei due stupri di Miramare, si è detto estraneo alle violenze. "Dopo essere stato ad una festa in spiaggia, bevuto un drink e mezzo, mi sono addormentato", avrebbe riferito agli inquirenti. "Quando mi sono svegliato - ha aggiunto - ho incontrato dei ragazzi che mi hanno offerto di acquistare un orologio e un telefonino probabilmente rubati, e così ho fatto", avrebbe aggiunto.

La Polonia chiederà l'estradizione dei quattro arrestati per gli stupri di Rimini. Lo ha dichiarato il vice ministro della giustizia polacco Patryk Jaki.

La Procura per i minorenni di Bologna, guidata dal procuratore Silvia Marzocchi, chiederà la custodia cautelare in carcere per i tre giovanissimi accusati del doppio stupro di Miramare di Rimini (il quarto accusato è maggiorenne). Le udienze di convalida dei fermi emessi nei confronti dei due fratelli marocchini di 15 e 17 anni e del nigeriano di 16, ora trattenuti nel centro di prima accoglienza, sono fissate per domani davanti al Gip del tribunale per i minori di via del Pratello. 

Intanto la cooperativa 'Lai-Momo' ha licenziato il mediatore culturale che, all'indomani degli stupri di Rimini, aveva scritto su Facebook un commento nel quale sosteneva che 'lo stupro è peggio solo all'inizio'. Il dipendente ha presentato delle giustificazioni scritte che Lai-Momo ha respinto, risolvendo in via definitiva il rapporto di lavoro.

L'ARRESTO DEL 'CAPOBRANCO' - È stato preso a Rimini il quarto giovane della banda dei due stupri di Rimini, considerato il 'capobranco': si chiama Guerlin Butungu, 20 anni, congolese, rifugiato residente a Vallefoglia nel Pesarese. E' stato preso dagli agenti dello Sco e della Squadra mobile di Rimini e Pesaro.

Il giovane era arrivato in Italia nel 2015 come richiedente asilo per motivi umanitari. Era stato affidato a una cooperativa di Cagli, nel Pesarese, secondo la quale il ragazzo finora non aveva dato problemi. Ma, secondo Rtv San Marino, chi lo conosce aveva notato negli ultimi tempi una cura negli abiti, particolarmente costosi, che aveva provocato qualche domanda alla quale Butungu aveva risposto elusivamente.

"L'arresto di questa mattina è stato una doppia soddisfazione perché a mettere le manette al quarto uomo sono state due donne. Un gesto simbolico che ha reso giustizia alle vittime delle violenze", racconta il Questore Maurizio Improta.

La fuga di Butungu. Il congolese era armato: aveva un coltello e alle 2 di notte era sfuggito alla cattura nel centro di Pesaro mentre si trovava in bicicletta. Ma aveva il cellulare: seguendone le tracce, la polizia ha individuato il luogo in cui si trovava. Nella fuga ha perso anche i documenti. A quel punto il ventenne ha tentato la fuga all'estero, probabilmente in Francia, salendo su un treno a Pesaro diretto a Milano, ma la sua corsa è finita a Rimini. La polizia lo ha fermato mentre il treno transitava in stazione e, una volta bloccato il convoglio, gli uomini dello Sco e della squadra mobile sono saliti e hanno trovato il ragazzo in una delle carrozze.

 

Ieri si erano presentati in caserma i due fratelli marocchini del branco, di 15 e 17 anni. Poi era stato fermato dalla squadra mobile di Rimini il terzo componente del gruppo. "Gli ho detto di andare subito dai carabinieri. Può capitare che uno rubi un telefonino, ma non che uno violenta una donna. Se hanno fatto una cosa del genere devono pagare", ha dichiarato al Resto del Carlino il padre dei due fratelli.

"Turpi, brutali e ripetuti atti di violenza". E' questo, in sintesi, un passaggio del decreto di fermo firmato dal procuratore per i minorenni di Bologna, Silvia Marzocchi, per i giovani stranieri. Il procuratore è rimasto fino ad oltre le due di notte a Rimini per procedere agli interrogatori dei due fratelli marocchini e del 16enne nigeriano. Due dei tre minorenni, non è ancora chiaro quali, negano di aver compiuto atti di natura sessuale ma comunque ammettono di aver tenuto ferma almeno una delle vittime, la donna polacca, e poi di aver partecipato al pestaggio del compagno.

Adesso i tre minorenni del branco, due fratelli marocchini di 15 e 17 anni e un nigeriano di 16, sono stati portati al centro di prima accoglienza della struttura penitenziaria minorile di via del Pratello a Bologna. Per il congolese di 20 anni è competente la procura ordinaria di Rimini.

I video delle telecamere di sorveglianza da cui la Polizia è risalita all'identificazione mostrano i ragazzi camminare tranquillamente per le strade della cittadina deserta, alle 3 di notte del 26 agosto. L'apparenza è quella di quattro ragazzi come tanti, vestiti con bermuda, felpe, cappelletto con visiera, scarpe da ginnastica e zainetto sulle spalle. Di media statura, magri, dal fisico non particolarmente prestante, la loro forza è stata quella di agire in branco.

 

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