Un 38enne è indagato a piede libero a Bologna per l'omicidio volontario premeditato del padre, 70 anni, morto il 4 novembre in circostanze non chiare, da poco tempo dimesso dall'ospedale Maggiore. L'uomo è accusato di aver provocato la morte del genitore iniettandogli farmaci o sostanze venefiche. L'ipotesi dovrà trovare conferma negli esami tossicologici disposti, insieme all'autopsia, e di cui si attendono gli esiti.
L'inchiesta dei carabinieri di Zola Predosa e del Nas, coordinati dal Pm Antonello Gustapane. Il 70enne, A.M., era stato prima ricoverato per un periodo in ospedale, poi dimesso e infine morto nella sua casa, in provincia. Tra le circostanze, non l'unica, che hanno portato gli inquirenti a richiedere un approfondimento, un segno sul collo della vittima, che può far pensare a un'iniezione. Il figlio, difeso dall'avvocato Alessandro Veronesi, è stato prima sentito come testimone, quindi perquisito.
Nei giorni scorsi è stata fatta l'autopsia, affidata a un medico legale affiancato dalla tossicologa Elia Del Borrello. La difesa ha nominato come consulente di parte Matteo Tudini. Ci sarebbe inoltre un esposto da parte di una parente dell'anziano, una cugina dell'indagato che si è costituita come parte offesa, anche per l'accertamento tecnico. Il possibile movente, di una vicenda che ha ancora molti
aspetti da chiarire, sarebbe di natura economica, legato cioè all'eredità del 70enne.