Arriva all'Università di Ferrara la prima sperimentazione per superare il numero chiuso a Medicina. La proposta - avanzata dal rettore, Giorgio Zauli - prevede, dal prossimo anno accademico, la normale immatricolazione al corso di laurea per coloro che superano il test d'ingresso nazionale, ed, oltre a questi, l'apertura a 600 studenti che si potranno iscrivere e che saranno immatricolati solo dopo aver superato tutti gli esami del primo semestre con una media non inferiore al 27, pena l'esclusione dal corso. Per i non ammessi è previsto il riconoscimento dei crediti nel corso di laurea in Biotecnologie mediche.
La proposta - di cui si è discusso nei giorni scorsi nel corso di una tavola rotonda che si è svolta nell'Ateneo - avrebbe trovato il consenso da parte degli intervenuti tra i quali il vice ministro presso il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Lorenzo Fioramonti, e senatore Mario Pittoni, presidente della Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali del Senato. L'ateneo ha immatricolato negli ultimi due anni una media di 180 studenti l'anno in Medicina a fronte di una domanda almeno 7 volte superiore. L'idea però non piace affatto agli studenti.
"Siamo a dir poco sconcertati da questa notizia, che possiamo definire come una vera e propria presa in giro. Dopo tutte le varie dichiarazioni, le audizioni alla camera e le intenzioni apparenti di voler cambiare la legge 264 tramite un percorso condiviso e che guardi alla questione in maniera complessiva, veniamo a conoscenza che si sta cercando di sperimentare un nuovo metodo nell'università degli studi di Ferrara, che presumibilmente potrebbe servire da esperimento nazionale", sbotta Enrico Gulluni, coordinatore nazionale Unione degli Universitari.
"Ci chiediamo intanto come si possa voler attuare questa sorta di esperimento solamente in una università per un corso che attualmente prevede una selezione nazionale, ed oltretutto per corso di laurea come medicina e chirurgia, che come abbiamo più volte detto anche all'audizione della settima commissione alla camera, servono ragionamenti più ampi che guardino alla questione in maniera complessiva". "Il mio parere e' assolutamente favorevole, c'è già una sperimentazione in un istituto superiore di Reggio Calabria per 'filtrare' chi ha piu' attitudine, il secondo pilastro è questo, col superamento dei test di ingresso, ispirandosi al modello francese. Per attuarla serve ovviamente un decreto ministeriale", dice dal canto suo il senatore Pittoni. Oggi sono circa 60-70 mila i giovani che si propongono per i test a Medicina fronte di circa 10 mila i posti.
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