Esami fittizi sulla conoscenza della lingua italiana per far ottenere il permesso di soggiorno. La polizia di Stato, delegata dal pm Francesca Graziano, ha proceduto a Modena all'esecuzione di un'ordinanza per cinque misure cautelari (un uomo in carcere e quattro ai domiciliari) per corruzione, falsità ideologica, truffa, contraffazione di documenti necessari al fine di determinare il rilascio di carta di soggiorno per lungo periodo ed indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Sono 25 gli indagati.
Esami fittizi per permessi soggiorno, 5 arresti
"Altro che ius soli e cittadinanze in regalo, in Italia servono regole, controlli e rispetto", commenta su Twitter il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini.
La squadra mobile di Modena ha messo nel mirino un sistema che faceva capo a un 'Centro di Formazione Linguistico' accreditato presso l'Università per Stranieri di Perugia. A chi doveva sostenere gli esami venivano fornite risposte già compilate o aiuti dalla commissione. Sarebbero 6mila gli stranieri coinvolti tra Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige ed Emilia-Romagna. A fronte di centinaia di euro, richiedevano e ottenevano il certificato 'CELI', il certificato di lingua italiana.
"È stato smascherato con estrema professionalità, sia della procura della Repubblica che della squadra mobile delegata alle indagini un giro di affari gestito da una coppia di italiani titolare di una società con agenzia in tutta Italia che, con il pretesto di organizzare corsi di lingua necessari per l'ottenimento di permessi di lungo termine con carta di soggiorno, otteneva dai cittadini stranieri esborsi di denaro di gran lunga superiori a quelli dovuti". Lo dice in una dichiarazione il procuratore capo di Modena, Lucia Musti, commentando l'operazione della Polizia di Stato.
"La Magistratura - continua Musti - conferma il proprio ruolo di intervento, al fine di garantire il rispetto delle regole nelle molteplici procedure richieste per ottenere la regolarizzazione sul territorio nazionale, per garantire che il raggiungimento di uno status sia riconosciuto solo nel rispetto della legge e non costituisca fonte di guadagno per malavitosi".
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