Emilia Romagna

Sgombero Bologna: l'ex mercato è un centro sociale dal 2002

Nato con Guazzaloca ha ospitato iniziative e street art

Redazione Ansa

 Lo spazio pubblico autogestito Xm24 dal 2002 occupa i locali dell'ex mercato ortofrutticolo in via Fioravanti 24, a pochi passi dalla nuova sede del Comune di Bologna e nel cuore del rione Bolognina, nella prima periferia della città. Fu il sindaco Giorgio Guazzaloca a proporre, 17 anni fa, il trasferimento di un gruppo di collettivi nell'edificio per il quale si raggiunse, tra le parti, un accordo per una concessione temporanea. Terminati alcuni lavori all'interno dello stabile, gli attivisti hanno iniziato ad organizzare le loro attività. Negli anni successivi, mentre il Comune varava un piano di riqualificazione della zona e dava il via ai lavori per la realizzazione di un piano di costruzioni immobiliari, è iniziata la discussione sul futuro di Xm24. A dare un'idea del confronto, tra lo spazio autogestito e l'amministrazione, è stato anche l'artista Blu che ha realizzato il murales 'Occupy Mordor' che, tre anni fa, ha cancellato con un manto di vernice grigia per protestare contro una mostra sulla 'street art' organizzata in città. A fine 2013 è stato trovato un nuovo accordo per una convenzione triennale e sono proseguite le attività nello stabile di via Fioravanti. Nel 2016, scaduta la convenzione, gli attivisti sono rimasti all'ex mercato ortofrutticolo, e, il 25 luglio di quest'anno, è scaduto il termine ultimo per liberare gli spazi. Il Comune ha annunciato di volere realizzare, al posto dello stabile, 10 appartamenti di co-housing. Gli attivisti di Xm24, dichiarando di non avere ricevuto proposte concrete per sedi alternative, hanno organizzato in risposta una manifestazione in giugno e interrotto le sedute del Consiglio comunale per chiedere un confronto sulla ricerca di uno stabile per le attività dello spazio pubblico autogestito. Un confronto che, nonostante alcune proposte, non ha portato ad alcun accordo. Qualche giorno fa gli attivisti hanno cancellato i murales sulla facciata dell'edificio, che la Soprintendenza voleva tutelare perché diventato un luogo significativo per lo sviluppo della street art, per protestare contro un possibile sgombero.

   

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