Il Comune di Bologna è stato condannato a risarcire l'ex comandante della polizia municipale Carlo Di Palma di un danno pari allo stipendio non percepito nei 13 mesi successivi all'interruzione del suo incarico, a fine estate 2016. La sentenza della Corte di appello, sezione lavoro, ribalta la decisione di primo grado, accogliendo in parte il ricorso dello stesso Di Palma, che ha sempre sostenuto l'illegittimità della procedura con cui venne sostituito.
Capo dei vigili dal 2009, Di Palma fu riconfermato nel 2014. Ma nel 2016 l'amministrazione Merola avviò una procedura di selezione interna e Di Palma lasciò il 30 settembre: al suo posto tornò Romano Mignani, già comandante in precedenza. Di Palma fece ricorso perché, a suo avviso, il lavoro non poteva cessare prima di un altro anno, e ora quest'impostazione è stata riconosciuta dai giudici di appello: l'incarico, hanno decretato, doveva avere durata triennale. "Non intendo fare polemiche politiche con alcun soggetto specifico, ma constatare con amarezza che ciò che avevo immediatamente segnalato, senza alcuna risposta, cioè la incomprensibile e non legittima procedura con la quale sono stato privato completamente del mio lavoro, trova oggi puntuale e totale conferma, pur in attesa di un eventuale ricorso in Cassazione da parte del Comune", ha detto all'ANSA l'ex comandante. "Resta una carriera di integerrimo e professionale comandante di fatto stroncata e il dolore di una umiliazione patita che ha pesato per tre lunghi, difficilissimi anni", ha proseguito Di Palma, che è stato assistito nella causa dall'avvocato Pierluigi Arigliani.
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