Dal software che 50 anni fa ha portato l'uomo sulla Luna fino all'Android di Google che fa funzionare quasi tre miliardi di smartphone nel mondo in un maxi archivio, aperto a tutti, di cui l'Italia sarà 'cassaforte'. È 'Software Heritage', la maxi raccolta del codice sorgente di gran parte del software disponibile nel mondo che, creato dall'Istituto francese per la ricerca su informatica e automazione (Inria) con l'Unesco, arriverà a Bologna. Sarà ospitato dal Centro ricerche Enea che sorgerà, tra 2020 e 2021, nel Tecnopolo all'ex Manifattura Tabacchi.
Tecnicamente, ha spiegato in conferenza stampa a Bologna Roberto Di Cosmo, direttore di Software Heritage, quello che avrà sede a Bologna sarà il primo 'mirror' istituzionale europeo dell'archivio del codice sorgente dell'Inria. Una 'backup' vitale. Questa enorme biblioteca, quasi un 'Big Code', oggi conta già oltre 90 milioni di progetti archiviati, che corrispondono a più di 6 miliardi di file di codice sorgente unici.
Un patrimonio utile non solo a ricercatori e scienziati ma anche a 'smanettoni' del codice, sviluppatori di app. Per l'Emilia-Romagna, ha sottolineato Patrizio Bianchi, assessore regionale a Università e Ricerca, si tratta di un altro 'pezzo' di informatica globale che vivrà nella Data Valley italiana e che, soprattutto, dialogherà con il supercomputer Leonardo, una delle tre macchine che costituiscono la nuova nervatura del sistema europeo del supercalcolo, e con il Data center del Centro europeo per le previsioni meteorologiche. Tutti in arrivo al Tecnopolo bolognese.
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