Un professionista a processo a Bologna per maltrattamenti e lesioni alla figliastra convivente e per mesi, in pieno lockdown, sottoposto alla misura cautelare dell'allontanamento dalla casa e dalla presunta vittima dopo che la ragazza, poco più che ventenne, lo ha denunciato. Su questo scenario è intervenuto però un colpo di scena: il testimone chiave, l'ex fidanzato, ha ritrattato, spiegando che la giovane gli ha detto di essersi inventata l'episodio più grave, che ha portato all'intervento dei carabinieri: un'aggressione in casa, il 7 gennaio, durante la quale il patrigno le avrebbe stretto le mani al collo.
Sulla base di questa novità, ottenuta attraverso le indagini difensive e verbalizzata davanti alla polizia giudiziaria, gli avvocati dell'imputato, Antonio Petroncini e Chiara Rinaldi, hanno ottenuto dal tribunale del Riesame la revoca della misura e hanno la ragazza ora è indagata per calunnia e per rifiuto di rendere dichiarazioni al pm. Quando è stata convocata alla luce delle ultimi sviluppi, ha infatti detto di volersi avvalere della facoltà di non rispondere, cosa che non le è consentito fare. Ora si vedrà cosa succederà a processo, con il giudizio immediato chiesto dal pm Bruno Fedeli e la prima udienza fissata per domani in tribunale, davanti al giudice monocratico Alessandra Testoni.