Il boss Nicolino Grande Aracri ha iniziato a collaborare con la giustizia. La notizia, riportata dal Quotidiano del Sud, è stata confermata all'ANSA da fonti della Dda. Il boss è a capo di una delle cosche di 'ndrangheta più potenti con base a Cutro, nel crotonese, ma con ramificazioni in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Condannato a vari ergastoli, la sua figura è al centro del processo Aemilia celebrato in Emilia-Romagna.
Nicolino Grande Aracri avrebbe iniziato a collaborare con i magistrati della Dda di Catanzaro da circa un mese. Era detenuto nel carcere milanese di Opera quando ha chiesto di incontrare i magistrati della Dda catanzarese guidati da Nicola Gratteri. Ai pm avrebbe già reso le prime dichiarazioni, probabilmente quelle previste a inizio collaborazione.
Il boss è stato condannato all'ergastolo per alcuni omicidi, ma oltre al lato violento, il lavoro che ha sempre cercato di portare avanti è stato quello di avvicinare e legare a sé quelli che definitiva "i cristiani buoni", vale a dire colletti bianchi, professionisti, imprenditori, meglio se con addentellati nella massoneria. In passato aveva anche cercato di coinvolgere altri boss calabresi nel tentativo di abbandonare la dipendenza dal crimine di Reggio Calabria e formare una Provincia autonoma con base a Cutro. Le ramificazioni della cosca, invece si estendevano un po' in tutta Italia ma soprattutto in Emilia-Romagna.
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