A oltre quarant'anni dall'attentato più sanguinario del Secondo Dopoguerra, è cominciato questa mattina davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Bologna il nuovo processo sulla strage del 2 agosto 1980, che fece 85 morti e oltre 200 feriti. Imputati sono l'ex di Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini, accusato di concorso nell'attentato, l'ex carabiniere Piergiorgio Segatel per depistaggio e Domenico Catracchia, amministratore di alcuni immobili di via Gradoli a Roma usati come rifugio dai Nar, per false informazioni al pubblico ministero al fine di sviare le indagini. E proprio Bellini, ancor prima di presentarsi davanti alla Corte d'Assise, ha acceso gli animi su un processo definito "epocale" dall'associazione delle vittime, dicendo di sentirsi come "Sacco e Vanzetti" mentre si trovava ancora all'ingresso del Tribunale.
"Anche Mambro, Fioravanti e Ciavardini hanno detto che erano tutti vittime della strage. Gli è andata male: hanno preso l'ergastolo. Dovrebbe stare attento Bellini a fare queste dichiarazioni perché portano sfortuna", ha replicato Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione. Ma in aula, oltre agli imputati (insieme a Bellini oggi c'era anche Segatel) saranno evocati anche altri protagonisti individuati dalla Procura generale, non più processabili perché tutti deceduti: sono il Venerabile della P2 Licio Gelli, l'imprenditore e banchiere Umberto Ortolani, l'ex prefetto ed ex capo dell'ufficio Affari Riservati del ministero dell'Interno Federico Umberto D'Amato e il giornalista iscritto alla P2 ed ex senatore del Msi, Mario Tedeschi, ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori dell'attentato.
"La strage di Bologna fu finanziata dalla P2 e compiuta da elementi di estrema destra manovrati dai servizi deviati", ha sottolineato subito il sostituto procuratore generale di Bologna, Umberto Palma (che sostiene l'accusa insieme al Pg Nicola Proto e all'avvocato generale Alberto Candi), introducendo i temi di prova dell'accusa in apertura del processo. "Non fu condotta solo dai Nar, ma anche da Terza Posizione, e non solo, c'è anche Avanguardia Nazionale, diretta da Stefano Delle Chiaie e di cui aveva fatto parte Paolo Bellini. Delle Chiaie era manovrato a sua volta da Federico Umberto D'Amato - ha sottolineato ancora il Pg -, un servitore dello stato molto infedele, perché abbiamo scoperto i soldi che ha preso in nero da Gelli".
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