Una recessione 2020 meno profonda delle stime iniziali e una ripresa lievemente più sostenuta quest'anno. È quanto emerge dall'edizione di aprile degli Scenari per le economie locali di Prometeia, analizzati dall'Ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna.
Come per il resto del Nord, il calo del Pil registrato l'anno scorso è peggiore della media italiana (-8,9%), ma la crescita attesa lungo la via Emilia supera quella attesa per il Paese nel complesso (+4,7%). Le previsioni di crescita dell'Emilia-Romagna sono pari a quelle del Veneto e per entrambe le regioni l'aspettativa è quella di tenere un passo in linea a quello della Francia. Si tratta di una crescita comunque inferiore a quella attesa per il Pil mondiale (+5,9%), con Cina (+8,6%) e Usa (+6,2%) a fare da locomotive e l'Area euro (+4,2%) più staccata.
A trainare la ripresa in Emilia-Romagna saranno gli investimenti fissi lordi (+14%) e le vendite all'estero (+12,7%). La ripresa dei consumi (+4,2%) sarà invece al di sotto della dinamica del Pil (+4,2%) per via delle limitazioni imposte dalla pandemia e della riduzione del reddito disponibile. Sul fronte dei settori, nel 2020 il colpo più duro è stato accusato dall'industria (-10,3%) seguita dai servizi (-8,4%), mentre la caduta dell'attività è stata più contenuta nelle costruzioni.
Nel 2021 la ripresa sarà limitata nei servizi (+3,8%), mentre risulterà molto più rapida nell'industria (9,3%). Incentivi e piani di investimento pubblico spingeranno le costruzioni: +11,6%.
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