Sei milioni e mezzo di euro illecitamente sottratti a febbraio 2020 alle casse dell'Hellas Verona e impiegati per ristrutturare un'altra società, così da scongiurarne il fallimento. Poi un trucco, un'operazione di "maquillage contabile" sui bilanci, per nascondere la reale provenienza della somma. E' questa, in estrema sintesi, l'accusa che la Procura di Bologna muove a Maurizio Setti, imprenditore carpigiano presidente del club di serie A, indagato per appropriazione indebita e autoriciclaggio. Nei suoi confronti, accogliendo l'ipotesi degli inquirenti, il gip ha disposto il sequestro preventivo dei soldi al centro dell'operazione. Un provvedimento imposto, spiega lo stesso giudice, "in prima battuta per parare il colpo derivante all'Hellas Verona dall'appropriazione indebita" ed evitare il "fortissimo rischio" di dispersione delle risorse asservite illecitamente a garanzia del debito dell'altra società, la Star Ball Srl, da cui la società calcistica è interamente partecipata. Accuse che Setti rigetta con forza: "Intendo ribadire l'assoluta regolarità e correttezza del mio operato. Respingo tutte le prospettazioni accusatorie che mi sono ascritte, consapevole d'aver sempre agito con piena trasparenza e nell'interesse dell'Hellas Verona e nel rispetto dei tifosi che la sostengono", ha detto in una nota pubblicata sul sito ufficiale della squadra che ha appena festeggiato l'anniversario dello storico scudetto del 1985. "I bilanci di una società di calcio - ha aggiunto - sono attentamente formati e controllati. Non ho mai avuto alcun rilievo sui bilanci dell'Hellas, né dal collegio sindacale, né dai revisori, o dagli organi di controllo".
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