La porta della tomba di Dante a Ravenna è sempre aperta, giorno e notte, e lo è stata anche nei giorni più bui della pandemia, quasi che la sua poesia possa essere un rifugio e una protezione per la città. Un legame forte, consolidato da una necessaria ricerca di punti di riferimento artistici e spirituali che la figura di Dante ha accresciuto in questo anno di celebrazioni.
Un concerto che è un trittico di ispirazioni diverse, un ventaglio di sfumature e per questo imperdibile, mettendo insieme Verdi, Mansurian e Liszt nella loro passione per la Divina Commedia. Riccardo Muti con la sua consueta sensibilità ed energia dirige l'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, con l'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e il Coro del Maggio (maestro del coro Lorenzo Fratini).
Si parte con l'assoluta levità della preghiera di San Bernardo alla Madonna, in un quasi irriconoscibile Giuseppe Verdi (1813-1901), per passare poi al Purgatorio che il Ravenna Festival ha commissionato a Tigran Mansurian (1939), in prima italiana a Ravenna. Infine Franz Liszt (1811-1886) e la sua meravigliosa Dante-Symphonie, da Dante Alighieri, S 109. (ANSA).
Concerto per Dante, Muti e il nume tutelare di Ravenna
Da Mansurian a Liszt, culmine delle celebrazioni 700 anni morte