Le famiglie di due degli otto detenuti morti quando a marzo 2020 scoppiò una rivolta nel carcere di Modena, in concomitanza con altre sommosse simili in altri istituti penitenziari, presenteranno ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo contro l'archiviazione del fascicolo, decisa lo scorso giugno. Il ricorso, come riferito dal Tgr Rai Emilia-Romagna, sarà sottoscritto dall'avvocato Luca Sebastiani, che difende i parenti di Chouchane Hafedh e di Baakili Ali, e predisposto anche dall'avvocato Barbara Randazzo e dal professor Valerio Onida, presidente emerito della Corte costituzionale, che tra l'altro hanno patrocinato e vinto il caso alla Cedu sul G8 di Genova.
A Modena il fascicolo, che ipotizzava l'omicidio colposo e morte o lesioni come conseguenza di altro delitto era stato archiviato, su richiesta della Procura, dopo che le autopsie avevano rilevato in overdose da metadone e psicofarmaci le cause dei decessi. Nel frattempo, dopo esposti di altri detenuti, è stato aperto un fascicolo, per tortura. E' a carico di ignoti ed è stata recentemente chiesta una proroga d'indagine.
Morti in rivolta carcere Modena, ricorso alla Cedu con Onida
Contro l'archiviazione per gli episodi del marzo 2020