ROMA, 02 NOV - La Prima sezione penale della Cassazione ha rigettato il ricorso proposto da Norbert Feher, alias Igor il russo. È divenuta così definitiva la condanna all'ergastolo per gli omicidi del barista Davide Fabbri e del volontario Valerio Verri e il tentato omicidio dell'agente provinciale Marco Ravaglia, commessi tra l'1 e l'8 aprile 2017 nelle province di Bologna e Ferrara.
'Igor' è attualmente detenuto in Spagna, sottoposto anche lì procedimento penale per altri delitti. Dopo la sera dell'omicidio di Fabbri, a Budrio, Igor fuggì, e fece perdere le sue tracce, riemerse dall'ombra una settimana dopo, nelle campagne di Portomaggiore, quando finì sulla strada di Verri e Ravaglia, volontario di Legambiente e poliziotto provinciale, in pattuglia antibracconaggio: uccise il primo e ferì il secondo. La fuga del 40enne di origine serba, con diversi alias, mise in allarme l'interno Paese. Fu ipotizzato che fosse un ex membro dell'armata rossa (una leggenda poi smentita). Si organizzò una caccia imponente: Igor divenne uno dei killer più ricercati d'Europa.
La sua latitanza durò 8 mesi e si concluse in Aragona, con un nuova scia di sangue. Il pomeriggio del 14 dicembre di quell'anno alcuni agenti della Guardia Civil si misero sulle tracce di una persona segnalata come possibile responsabile di alcuni furti. Un agricoltore li accompagnò nel sopralluogo. Feher tese loro un agguato: li freddò con "consapevolezza" e "premeditazione", secondo il verdetto di aprile scorso del tribunale della provincia aragonese di Teruel che lo ha condannato all'ergastolo rivedibile, la massima pena in Spagna. Anche allora Igor tentò di fuggire a bordo di un'auto ma ebbe un incidente in piena notte, e a quel punto venne arrestato e da allora è recluso in Spagna. In Italia è stato giudicato con rito abbreviato, che non gli ha risparmiato l'ergastolo.
Oggi la Cassazione ha confermato la sentenza del 27 maggio 2020 della Corte di assise di appello di Bologna, che lo giudicò un omicida lucido e calcolatore. In quell'occasione la Corte respinse la richiesta di perizia psichiatrica, concludendo per la piena capacità di intendere e di volere: Feher - è scritto nelle motivazioni - fece una scelta "concepita e voluta in modo perfettamente razionale". La Cassazione ha confermato quella pronuncia e lo ha anche condannato alla rifusione delle spese sostenute dalle parti civili, i familiari delle vittime, la Provincia di Ferrara, il Servizio Vigilanza Ambientale Legambiente. L'udienza si è svolta in forma cartolare, per iscritto, come previsto dalle norme Covid in mancanza di una richiesta di trattazione in presenza da parte dei legali. (ANSA).
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