Nel parlare dell'Orfeo, l'opera di Claudio Monteverdi presentata il 6 novembre dal Teatro Alighieri di Ravenna, non si può non partire dall'ammirazione nei confronti di Pier Luigi Pizzi, il decano dei costumisti, scenografi e registi teatrali italiani, e non solo, che a 91 anni (è nato a Milano il 15 giugno del 1930) si è presentato alla ribalta per i saluti finali con l'entusiasmo e la freschezza di un ventenne. Dimostrando che la polvere dei palcoscenici che ha respirato per una vita intera nei teatri di mezzo mondo, non solo non lo ha logorato, ma è stata per lui quell'elisir d'amore e di giovinezza di donizettiana memoria.
La novità di questa nuova proposta di Orfeo è stata l'aver scelto un finale aperto in cui il protagonista esce di scena senza né essere sbranato dalle Baccanti, né salvato da Apollo: "È più giusto, attuale e comprensibile - ha spiegato Pizzi - vedere il cantore degli dei chiuso nella propria solitudine, nei propri dubbi e tormenti. È una soluzione che il pubblico di oggi può condividere". (ANSA).
Successo per Orfeo di Monteverdi a Ravenna, regia di Pizzi
Sul podio dell'Accademia Bizantina Ottavio Dant