"È il momento più buio, sotto il profilo numerico", dice la procuratrice generale facente funzioni Lucia Musti. "Questo distretto, nonostante l'Emilia-Romagna sia uno dei polmoni economico-sociali del Paese, si trova purtroppo a subire una forte inadeguatezza degli organici, sia strutturale che per il fatto che non tutti i posti sono occupati", fa eco il presidente della Corte di Appello Oliviero Drigani.
"Mi basterebbe che lor signori si sentissero dire queste cose a livello sintonico, da giudici, pm e avvocati. Abbiamo bisogno di interlocutori", prosegue Drigani, descrivendo, dal punto di vista della carenza di personale "situazioni pesantissime a Piacenza, Modena, Ravenna, per non parlare degli uffici per i minorenni e della Sorveglianza. Ho cercato di fare come il fra Galdino di manzoniana memoria, andando con il cappello in mano al ministero a rappresentare queste esigenze e qualche risposta l'ho avuta, ma ancora oggettivamente inadeguata".
In appello su 50 magistrati ne mancano dieci. Ancora più preoccupante è la situazione della Procura generale, dove a fronte di un organico di 11 sostituti più il procuratore e l'avvocato generale, attualmente ci sono 5 magistrati, tra cui Musti che ora, dopo la pensione del capo e del vice, oltre alla dirigente reggente continua a fare anche le udienze e si occuperà a breve dell'appello del maxi-processo di 'Ndrangheta 'Grimilde'. "Facciamo tutto il possibile e anche di più, abbiamo chiesto aiuto alle Procure della regione, ma anche i sostituti procuratori generali possono ammalarsi e se succede è un problema", dice Musti.
Giustizia: allarme organici in E-R, 'è l'ora più buia'
Corte appello di Bologna: 'numeri non adeguati alla realtà'