Emilia Romagna

Immersioni dal vivo e virtuali al relitto del Paguro

Al largo di Ravenna, online i video a 360 gradi di progetto Ue

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 01 FEB - Un tuffo e un'immersione per ammirare un luogo sottomarino unico in tutto l'Adriatico. Dal vivo, ma anche virtualmente, grazie a video a 360 gradi disponibili online che consentono a tutti di osservare la vita di coralli, anemoni, spugne, crostacei e dei tantissimi pesci che popolano l'area del relitto Paguro, a circa 11 miglia al largo di Lido di Dante, nel Ravennate. È possibile grazie al progetto Adrireef 'Innovative exploitation of Adriatic Reefs in order to strengthen blue economy', che fa parte del programma di cooperazione transfrontaliera 2014-2020 Italia Croazia ed è dedicato allo studio, al monitoraggio e alla promozione naturalistica e turistica dei reef, le scogliere marine.
    Capofila del progetto è stato il Comune di Ravenna.
    Il tour virtuale al relitto avviene attraverso video realizzati grazie al lavoro del team di sommozzatori professionisti di Ubica. Nel tour virtuale di 30 minuti è possibile simulare un'immersione sul relitto del Paguro.
    Partendo dalla motonave Daphne II di Arpae si potrà avere la sensazione di tuffarsi con i subacquei impegnati nell'attività di studio del reef. Altri filmati, più brevi, permettono di osservare la vita dei pesci e altri animali marini senza disturbarli e hanno consentito di monitorare l'area e determinare quali e quante specie ittiche abbiano trovato nel relitto un habitat ideale. É stata realizzata anche un'accurata mappa 3D del relitto attraverso rilievi fotografici e fotogrammetrici. Tra i resti del relitto si vede anche la statua della Madonnina, realizzata dallo scultore Mauro Bartolotti di Ravenna, per volontà dei sub Faustolo Rambelli e Vittorio Giuliani Ricci, e installata nel 1994.
    Il Paguro era una stazione di perforazione Agip affondata nel 1965 dopo una violenta fuoriuscita di gas che portò al collasso in mare della struttura e alla morte di tre tecnici che vi lavoravano. Negli anni l'area è divenuta una zona di rifugio per moltissimi organismi marini, tanto da essere riconosciuta come zona di tutela biologica nel 1995, sito d'importanza comunitaria (Sic) nel 2012 e, infine, zona speciale di conservazione (Zsc) nel 2019. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it