Erano andati a Kiev in aereo per prendere la loro bimba adottiva e sono stati costretti a fuggire in auto per la chiusura dello spazio aereo, con non poche difficoltà. E' la storia di due coniugi ucraini, residenti da tempo in una provincia emiliana, raccontata da 12porte, settimanale televisivo dell'arcidiocesi di Bologna.
"Abbiamo adottato una bimba, da Kiev dove adesso è tutto distrutto. Una settimana fa siamo partiti e venerdì 25 dovevamo tornare con l'aereo, ma giovedì 24 mattina siamo stati svegliati dai boati della guerra, le bombe. La nostra città è piccola ma hanno buttato le bombe per distruggerla", hanno raccontato dalla cattedrale di San Pietro dove nel pomeriggio hanno partecipato a una liturgia di vicinanza alla popolazione ucraina.
La coppia allora è partita in tutta fretta, alcune persone li hanno aiutati. "Siamo stati tante ore in fila in frontiera e adesso siamo qui. All'inizio facevano uscire tutti dopo due ore di attesa, poi solo le donne e i bimbi, mentre gli uomini dai 18 ai 65 anni non li facevano uscire più. La nostra fortuna è stata la bimba, grazie a lei ci hanno fatto passare".
I coniugi chiedono "pace per il nostro Paese", dove sperano di tornare anche perché devono ancora completare le procedure per l'adozione. "Dobbiamo ancora tornare, perché lei può stare all'estero solo 90 giorni. Speriamo che nei prossimi 90 giorni possa essere tutto tranquillo come una volta". (ANSA).
Ucraina: scoppia la guerra, rientrati con figlia adottiva
La coppia partecipa alla liturgia in cattedrale a Bologna