Emilia Romagna

Una nuova Adriana Lecouvreur al Comunale di Modena

L'11 e il 13 marzo con Maria Teresa Leva nei panni dell'attrice

Redazione Ansa

Sembra proprio essere il momento di Adriana Lecouvreur: dopo Bologna, lo scorso autunno, con una superba Kristine Opolais, e Verona in questi giorni segnata dalla rinuncia di Anna Netrebko e dall'arrivo di Maria Agresta, un altro nuovo allestimento del capolavoro operistico di Francesco Cilea debutta l'11 marzo (replica il 13) al Teatro Comunale di Modena in una coproduzione con i teatri di Piacenza e di Parma. In questa occasione i panni della celebre attrice della Comédie-Française saranno vestisti dal soprano Maria Teresa Leva. La regia è firmata da Italo Nunziata con le scene di Emanuele Sinisi e i costumi di Artemio Cabassi. Sul podio dell'Orchestra dell'Emilia-Romagna Arturo Toscanini e del Coro Lirico di Modena salirà il direttore artistico del teatro modenese Aldo Sisillo. Al fianco della protagonista canteranno il tenore Luciano Ganci (Maurizio), il baritono Claudio Sgura (Michonnet), il mezzosoprano Teresa Romano (La principessa di Bouillon). Il libretto, tratto da un testo di prosa di Eugène Scribe e Ernest Legouvé, è ambientato nella Parigi del 1730. L'amore fra Adriana e il conte di Sassonia è contrastato dalla Principessa di Bouillon. Alle porte del verismo, Cilea mise in musica una storia che intrecciava il mondo del teatro con la realtà storica. L'attrice Adriana Lecouvreur morì realmente, come nell'opera, a causa di un mazzo di fiori avvelenati inviatole con l'inganno dalla sua rivale. "Del rapporto tra vita e teatro si è scritto e discusso da sempre - dichiara il regista Italo Nunziata - Il parallelo tra vita reale vissuta e vita artistica ricreata sulla scena, quasi come specchio di rimando della vita reale, ha da sempre affascinato l'uomo e lo ha portato ad indagare sui confini tra queste due realtà. Abbiamo spostato l'azione temporale agli anni '50 del secolo scorso, anni in cui grandeur dei teatri, glamour di vita e galatei di comportamento sociale sembravano essere l'estremo baluardo all'ondata rivoluzionaria degli anni '60, che cambierà modi di vita e regole sociali." (ANSA).
   

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