La causa della morte di Biagio Carabellò non è determinabile e dall'analisi dei resti non ci sono elementi che dimostrano l'azione di terzi. E' questa la conclusione della consulenza medico legale sul corpo dell'operaio scomparso a Bologna a 46 anni nel novembre del 2015, le cui spoglie sono state trovate il 23 marzo 2021, in un canale di scolo, in una zona verde della periferia. L'esito è stato anticipato dal Corriere di Bologna. L'elaborato della specialista nominata dalla Procura, Cristina Cattaneo, sottolinea inoltre come le indagini tossicologiche abbiano rilevato che al momento della morte Carabellò aveva con elevata probabilità assunto eroina, benzodiazepina e ketamina.
L'inchiesta vede indagate due persone, per omicidio, sempre rimaste a piede libero. Si tratta dell'ex coinquilino e dell'amica che ereditò i beni della sua compagna, grazie a un testamento che poi si rivelò falso, come sancito da una sentenza del tribunale che in primo grado ha condannato la donna. La consulenza tecnica, commenta parlando con l'ANSA l'avvocato Marco Sciascio, difensore dell'ex coinquilino "dimostra l'assenza di oggettivi riscontri sull'ipotesi di omicidio ed invero la conferma dell'assunzione di più sostanze stupefacenti prima del decesso e colloca la morte nel luogo di ritrovamento". Pertanto "si resta convinti dell'estraneità del mio assistito e fiduciosi del corso della magistratura".
"Che si voglia far passare questa perizia come una vittoria è un concetto radicalmente sbagliato", dice l'avvocato Barbara Iannuccelli, difensore dei familiari di Carabellò, secondo cui la consulenza "è stata chiarissima nel dire che lo stato dei resti, abbiamo trovato uno scheletro, non consente la determinazione della causa della morte". Per la legale "è ovvio che sia escluso l'intervento di terzi con arma bianca o colpo di pistola, perché lasciano segni sulle parti molli e le parti molli qui non ci sono. E la stessa dottoressa Cattaneo ha scritto che le ferite mortali spesso non lasciano traccia sullo scheletro". Per Iannuccelli, inoltre, sulla giacca ritrovata nel fosso con le spoglie "c'erano due buchi, nella parte destra sul petto e nella parte sinistra, vicino all'inguine. Perché - domanda - non sono stati analizzati? Non ci viene detto se c'è polvere da sparo o sangue, non è stata fatta un'analisi in tal senso". Rispetto al narcotico ritrovato dalle analisi tossicologiche "possiamo affermare che il giorno prima Biagio non fece nessun intervento chirurgico. Magari la ketamina allora è stata usata per narcotizzarlo?".
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