"Produrre vino è una forma d'arte: tenete insieme etica ed estetica, il bene e il bello.
Divertitevi, fate vini come piacciono a voi, liberatevi dall'omologazione, siate virtuosi nei rapporti con la terra e con i vostri collaboratori.
"A mafiosi, corrotti e criminali piace aprire aziende agricole: vogliono esibire la terra, ma non la amano. I dati sul caporalato sono impressionanti e per questa ragione vi chiedo di non chiudere mai gli occhi su ciò che accade. Il lavoro schiavo, purtroppo, esiste: molte persone straniere sono costrette a genuflettersi, ad accettare condizioni di lavoro inumane pur di avere un permesso per restare qui. Dobbiamo lottare per dare libertà e dignità a loro e al cibo", ha detto don Ciotti. La plenaria di apertura ha ospitato inoltre l'intervento del presidente dei piccoli vignaioli ucraini, Valerij Petrov, che in un video-testimonianza ha raccontato le difficoltà vissute in queste settimane di guerra: "La situazione oggi è molto difficile e sono molto preoccupato che i soldati dei nemici colpiscano le fattorie e le aziende agricole. È già successo a Kachovka e Cherson, dove intere aziende sono state derubate e distrutte. In questa situazione di guerra inoltre per noi è impossibile vendere i nostri vini, per questo chiediamo ai produttori di tutta Europa di aiutarci ad esportarli". (ANSA).
Apre Slow Wine Fair, Ciotti e Petrini e vignaiolo ucraino
A Bologna si riunisce il meglio della produzione artigiana