Quando avviene un femminicidio ci sono spesso delle vittime che rimangono nascoste e che si trovano ad affrontare traumi profondi. In Italia si stima che siano duemila: sono i bambini rimasti soli dopo la morte violenta della madre, spesso causata da un padre o da un familiare.
Il progetto coinvolge 18 partner (tra cui case delle donne, aziende sanitarie, università e associazioni) distribuiti in sei Regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto-Adige, Veneto e Campania) e riceverà un contributo di circa 100mila euro. Secondo i dati raccolti da Eures sulle Regioni interessate dal progetto, sono 159 i minori rimasti orfani a seguito di 97 casi di femminicidi compiuti dal 2009 fino al 2021.
"Si tratta di un progetto importante di cui siamo orgogliose di fare parte - ha detto Susanna Zaccaria, presidente della Casa delle donne per non subire violenza di Bologna - Il femminicidio è un atto di violenza estrema che rappresenta il culmine della violenza sulle donne. La condizione degli orfani e delle loro famiglie affidatarie è una questione centrale nel contrasto alla violenza di genere, e questo progetto rappresenta un'occasione per dare risposte concrete e strutturate nel tempo".
Intanto si sta già lavorando a una mappatura più approfondita del fenomeno, in seguito sono previsti supporti specializzati per la riparazione del trauma, percorsi di accompagnamento per il reinserimento sociale e la piena autonomia professionale e, infine, sostegni in ambito psicologico, legale ed educativo per orfani tra 0 e 21 anni oltre ad aiuti materiali per le famiglie affidatarie e per i caregiver. (ANSA).
Violenza donne: un progetto si prende cura degli orfani
Aiuti materiali e per superare il trauma, coinvolti 18 partner