La portata del Po stimata nella sezione di Pontelagoscuro (Ferrara) a chiusura di bacino, è pari a circa 114 metri cubi al secondo in costante diminuzione.
Condizioni di siccità idrologica estrema caratterizzano anche le altre sezioni principali del Po e buona parte dei suoi affluenti. Lo spiega il bollettino emesso dall'osservatorio permanente dall'Autorità distrettuale del fiume Po. "La severità idrica - si legge - rimane alta su tutto il Distretto, persiste l'assenza di precipitazioni significative con temperature in costante aumento, ben oltre i valori di riferimento del periodo.
Le principali stazioni di misura registrano portate al di sotto dei minimi storici".
A Piacenza la portata del Po è 130 metri cubi al secondo, 172 a Cremona, 135 a Boretto (Reggio Emilia), 163 a Borgoforte (Mantova) I contributi maggiori che potrebbero sostenere la magra del Po arrivano dalla Dora Baltea, a Tavagnasco in uscita Valle d'Aosta circa 133 metri cubi al secondo; dal Ticino, in uscita dal lago Maggiore circa 112 metri cubi al secondo; dall'Adda in uscita dal lago di Como circa 106 metri cubi al secondo; dal Mincio, in uscita dal lago di Garda, circa 70 metri cubo al secondo. "Tali portate sono per la maggior parte derivate per finalità irrigue, mentre gli altri corsi d'acqua appenninici non apportano più un significativo contributo alla magra del Po", spiega l'Osservatorio.
L''Autorità distrettuale del Po chiede di ridurre i prelievi irrigui giornalieri di un valore pari al 20% della media delle derivazioni di lunedì 18 e mercoledì 20 luglio. La misura è richiesta vista la condizione di siccità estrema. La riduzione assume particolare importanza sull'asta del Po e sulle aste degli affluenti principali per il sostegno alla magra del Po medesimo (Dora Baltea, Ticino, Adda, Oglio, Mincio). Si chiede anche il monitoraggio, a cura dei soggetti gestori, della disponibilità e dei volumi di invaso dei grandi laghi prealpini, al fine di valutare l'eventuale possibilità di maggiori rilasci in funzione dell'andamento del grado di riempimento degli stessi e, a cura di Terna e delle Aziende idroelettriche, della disponibilità e dei volumi di invaso degli invasi idroelettrici alpini, "al fine di valutare la possibilità di ulteriori rilasci aggiuntivi giornalieri compatibilmente con la riserva strategica da garantire per l'uso idroelettrico".