Un uomo di 61 anni è stato assalito e azzannato dai due pitbull di una vicina davanti alla sua casa di campagna a Medicina, nel Bolognese. Per difenderlo, dopo che era stato morso a una gamba e anche in pieno viso, è intervenuto il figlio 28enne, che ha imbracciato un fucile e ha sparato ai due cani, uccidendone uno, mentre l'altro è scappato.
Sull'episodio, avvenuto sabato mattina, stanno svolgendo accertamenti i carabinieri che stanno cercando di ricostruire come siano andate le cose e chiarire le responsabilità.
La 25enne proprietaria dei due cani, infatti, ha denunciato il vicino che ha sparato. Il giovane è indagato per i reati di esplosioni pericolose e uccisione di animale. L'arma che ha usato, un fucile da caccia, era regolarmente detenuta. Anche la ragazza tuttavia si ritroverà indagata, per omesso controllo dei pitbull e probabilmente per le lesioni causate al 61enne, finito al pronto soccorso con una prognosi di 15 giorni a causa delle ferite riportate al polpaccio sinistro e a una guancia. L'uomo, a quanto pare, sarebbe stato aggredito mentre cercava di allontanare dalla sua proprietà i due cani, che stavano tentando di entrare nel suo pollaio.
I legali della proprietaria dei cani, avvocati Rita Ronchi e Francesca Capodagli, hanno inviato la seguente RETTIFICA
“A rettifica dell’articolo pubblicato in data 25 luglio 2022 gli Avvocati Francesca Capodagli e Rita Ronchi, legali della proprietaria degli animali protagonisti dell’incidente occorso in data 23.07.2022 specificano, innanzitutto, che i cani protagonisti della triste vicenda non sono di razza pitbull, come erroneamente indicato e che non somigliano al cane ritratto nella foto di repertorio pubblicata a corredo dell’articolo, bensì, come da documentazione dell’ufficio anagrafe canina del Comune di Medicina, si tratta di cuccioloni regolarmente registrati come American Staffordshire, noti alla comunità per essere mansueti e docili, rispettivamente di 18 mesi, la femmina colpita feralmente dall’arma da fuoco e di appena tre anni il maschio, salvatosi scappando dai colpi di fucile, che sarebbero stati almeno due. I legali puntualizzano che il cane femmina, barbaramente giustiziato, pesava solo 25 chilogrammi e che il colpo al collo, esploso dal fucile caricato con munizioni per grossi ungulati, è stato letale e sparato frontalmente per uccidere, certamente non per dissuadere o per fermare alcuna aggressione. I legali proseguono chiarendo che i cani protagonisti dei fatti riportati, quindi, sono stati maliziosamente e pregiudizievolmente identificati con la razza canina più demonizzata di sempre, ovvero pitbull, in luogo della loro effettiva razza di appartenenza e che, come detto, sono cani noti alla comunità di Medicina come tranquilli animali da compagnia, educati e mai aggressivi, da sempre ben curati e regolarmente assicurati. I legali della proprietaria sostengono che i cani siano stati oggetto di una brutale ed ingiustificata aggressione armata, inescusabile ed eccedente senz’altro la necessità di tutela, avendo la proprietaria di fatto avuto modo di raccogliere materiale documentale, che verrà posto in mano agli inquirenti, dal quale risulta provato che il presunto aggredito sia stato immediatamente dimesso dal pronto soccorso ed avvistato appena due giorni dopo i fatti, con lesioni non compatibili con la supposta aggressione denunciata e con la gravità descritta della stessa, evidenziando, di fatto, solo lievi ferite medicate con semplici cerotti e garze, verosimilmente occorse al signore quando ha tentato di togliere la gallina dalla bocca di uno dei due cani, inserendo in maniera imprudente le mani nel mezzo della baruffa ed avvicinandosi col viso agli animali, spaventandoli, provocando così una loro reazione istintiva ed involontaria, detta rediretta, rimanendo anche graffiato. Si esclude fermamente che alcuno dei due cani lo abbia morso al viso come riferito ai giornali, altrimenti, l’uomo sarebbe stato gravemente sfigurato e non di certo curato con un semplice piccolo cerotto sulla guancia.
La proprietaria dei cani, riferiscono i legali, ha comunque diligentemente già denunciato il sinistro alla propria assicurazione, che istruirà la pratica e provvederà al risarcimento di tutti i danni, se li riterrà dovuti, provati ed eziologicamente connessi e compatibili con la dinamica denunciata. È bene infine ricordare, continuano, che l’uccisione di animali è un reato procedibile d’ufficio, previsto dall’art. 544 bis del codice penale ‹‹Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni›› per l’accertamento del quale la nostra la nostra Assistita ha però comunque ritenuto di sporgere querela, al fine di ottenere giustizia per la sua cucciola, potersi costituire parte civile e poter partecipare attivamente alle indagini anche con attività difensiva, collaborando con gli inquirenti al fine di ricostruire la dinamica in maniera corretta ed evitare che la realtà sia ulteriormente distorta a scapito della forse scomoda, verità”.
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