Emilia Romagna

Codici collezione etiopica Pilotta sono consultabili online

Tre restaurati con progetto Università L'Orientale di Napoli

Redazione Ansa

(ANSA) - PARMA, 13 SET - I 45 codici della collezione etiopica della Biblioteca Palatina del Complesso Monumentale della Pilotta di Parma sono ora quasi completamente digitalizzati e consultabili sulla piattaforma https://www.ipocan. it/index.php/it/canamei-2. Inoltre, grazie a un intervento di restauro, tre codici del Fondo Mordini, capolavori dell'arte etiopica del libro, vengono restituiti alla comunità scientifico-accademica grazie al progetto proposto dall'Università L'Orientale di Napoli nell'ambito del progetto Catalogo Nazionale dei Manoscritti Etiopici in Italia.
    I tre manoscritti etiopici del Fondo Antonio Mordini - studioso toscano il cui ambito di interessi spaziò dall'etnologia all'antiquariato, allo studio dell'architettura religiosa di tradizione copta - sono stati acquistati insieme ad altri 22 codici nel '94 dalla Commissione per gli acquisti in antiquariato dell'Ufficio Centrale per i Beni Librari del Ministero per i Beni Culturali e successivamente donati alla Biblioteca Palatina della Pilotta. I manoscritti, il cui restauro è stato realizzato nel laboratorio romano di Genzano, provengono in massima parte dal monastero di Gunda Gunde, centro scrittorio del Tigray, nell'Etiopia settentrionale, e sono collocabili tra il XIV e il XV secolo. La collezione di manoscritti etiopici della Biblioteca Palatina, costituita dai 25 codici del Fondo Mordini, da ulteriori 19 manoscritti provenienti da una collezione privata udinese e da un altro codice di proprietà di un bibliofilo di Parma, è stata digitalizzata negli ambienti della Biblioteca. L'attività è stata resa possibile grazie al finanziamento di due enti romani, l'Istituto per l'Oriente "Carlo Alfonso Nallino" e l'Ismeo-Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l'Oriente.
    "L'esame codicologico di questi manoscritti - spiega Simone Verde, direttore del Complesso Monumentale - ha permesso di prendere in esame un patrimonio ancora poco conosciuto e studiato, e l'attività di digitalizzazione è stata un passo fondamentale per permettere di superare i confini del mondo accademico e raggiungere un pubblico sempre più ampio e differenziato". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it