Grazie a un centro sportivo, dotato di piscine e palestra, alle porte di Parma erano riusciti a distrarre quasi cinque milioni di euro. Secondo le accuse non pagavano l'Erario, non pagavano i creditori riversando i costi gestionali e fiscali su società e associazioni 'satellite' intestate a prestanome che, una volta svuotate di ogni bene, venivano fatte fallire.
Con l'accusa di appropriazione indebita di svariati cespiti aziendali, la sottrazione di beni ai creditori anche mediante distrazioni o negozi simulati, il successivo riutilizzo degli stessi in attività economiche e evasione fiscale, la Guardia di Finanza di Parma, su richiesta della Procura della città emiliana, ha eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere per i fratelli Antonio e Marcello Vetere e l'avvocato Antonio Dimichele. Secondo il Gip i fratelli Vetere erano capi e promotori del meccanismo criminoso mentre il legale partecipava redigendo i contratti, confezionava le società satelliti e tutti i restanti passaggi tecnici.
Cuore della vicenda il centro sportivo Aqualena, ora sotto sequestro, del valore di 3,5 milioni. Le fiamme gialle hanno posto i sigilli anche ad altri due rami d'azienda connessi alla gestione di un hotel (Hotel City Parma), ad una impresa di manutenzione meccanica, tre auto, cinque moto, 45 immobili ubicati fra Parma e Reggio Emilia, disponibilità finanziarie oltre a quote di partecipazione al capitale sociale di 26 aziende per complessivi 4,9 milioni di euro.
Le accuse sono a vario titolo associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti di bancarotta fraudolenta, insolvenza fraudolenta, truffa, omessa dichiarazione fiscale e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Agli indagati viene contestato poi il reato di autoriciclaggio per 157mila euro, in quanto avrebbero reimpiegato in una nuova attività il complesso sportivo distratto alle società fallite.
Bancarotta ed evasione fiscale, tre arresti della Gdf a Parma
Grazie a un centro sportivo avrebbero distratto 5 milioni