Ridurre l'utilizzo di energia per produrre un pasto, investire sulle rinnovabili, ed educare le persone a un consumo alimentare meno impattante per l'ambiente. Ovvero, "lasciare alle generazioni di domani una realtà solida in grado di produrre benefici per la comunità a cui si rivolge".
Alla guida dell'impresa con ricavi da 476 milioni di euro (e quasi 12.000 dipendenti) c'è Chiara Nasi: "Gli ultimi anni hanno dimostrato il valore del nostro settore per il Paese, grazie alla forte valenza sociale e all'impatto positivo che ha sulla salute e sul benessere delle persone - spiega la presidente e amministratrice delegata dal 2013 - Un pasto buono, sano, sicuro e accessibile è un diritto. E per questo crediamo sia necessario continuare a sostenere investimenti di qualità e votati alla sostenibilità ambientale, sociale, economica e culturale, come unica via per far crescere il settore e garantire a tutti servizi ad alto valore aggiunto".
Non a caso nel 2021 Cirfood, rispetto al 2020, ha ridotto rispettivamente l'utilizzo di elettricità ed acqua necessaria per la produzione di un pasto del 7 e del 10 per cento. Oltre ad aumentare del 40% l'energia 'rinnovabile' a disposizione, tra nuovi contratti e auto produzione. (ANSA).
Cirfood riduce energia elettrica e acqua per produrre pasti
L'azienda di ristorazione presenta il bilancio di sostenibilità