(ANSA) - REGGIO EMILIA, 29 DIC - C'è anche l'amministratore delegato di Gucci, Marco Bizzarri, tra le quattro vittime raggirate da un procacciatore di affari di 44 anni e da un 71enne suo presunto complice, indagati entrambi in un'inchiesta condotta dalla Procura di Reggio Emilia e dalla Guardia di Finanza. Proprio dalla denuncia del manager è scattata l'indagine che ha portato a scoprire la maxi truffa da un milione di euro complessivi. I due uomini si facevano consegnare somme di denaro promettendo di investirli in fruttuose operazioni immobiliari tra Reggio Emilia e Piacenza, salvo poi - secondo gli inquirenti - intascare i soldi e sparire senza effettuare alcuna compravendita per conto degli investitori. I due indagati sono residenti a Rubiera, nel Reggiano, paese d'origine proprio di Bizzarri il quale poco più di un anno fa ha aperto l'Osteria del Viandante, ristorante che ha guadagnato di recente una stella Michelin. Il manager - stando a quanto riporta la nota delle fiamme gialle - ha raccontato agli inquirenti di aver consegnato una somma di un milione di euro ai due affaristi
Nella vicenda la Guardia di Finanza ha sequestrato un'Aston Martin, un'Alfa Romeo Giulia e due Audi (un'A6 e una Rs6), un parco auto lussuoso del valore di mezzo milione di euro acquistato con i presunti proventi illeciti derivanti dalla truffa da parte del 44enne procacciatore d'affari nel settore immobiliare - incensurato e originario della provincia di Cosenza, privo di legami con la criminalità organizzata - indagato con l'accusa di truffa ed evasione fiscale in concorso con un amico presunto complice, 71 anni, incensurato, nato a Casalgrande il quale, secondo gli inquirenti faceva da intermediario assieme al procacciatore.
L'inchiesta - coordinata dal sostituto procuratore di Reggio Emilia, Piera Cristina Giannusa e dal procuratore capo Gaetano Calogero Paci nonché condotta dal nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme Gialle guidato dal tenente colonnello Maria Concetta Di Domenica - è stata avviata dopo la denuncia di quattro parti offese, tra cui il manager il quale ha raccontato di aver consegnato circa un milione di euro al procacciatore d'affari per un investimento immobiliare senza però ottenere alcun ritorno. Gli altri tre hanno confermato che l'affarista si presentava come procuratore di un fondo comune di investimento, promettendo operazioni nei territori di Reggio Emilia e Piacenza che avrebbero fruttato grazie ad una successiva cessione a terzi. Ma una volta ricevuti i bonifici, l'affarista non avrebbe effettuato però alcuna operazione tenendosi i soldi.
Sono così scattate le perquisizioni e nell'ambito di queste sono state scoperte le preziose automobili nel garage dell'abitazione del procacciatore, sequestrate perché la società intestataria a lui riconducibile risulta incongrua rispetto alla posizione fiscale. Inoltre si presume che le vetture fossero state acquistate coi proventi della presunta truffa peraltro in evasione d'imposta. (ANSA).