Emilia Romagna

Musica: Emanuele Ferrari suona e spiega Bach e Rachmaninov

11 febbraio e 18 marzo al Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia

Redazione Ansa

(ANSA) - REGGIO EMILIA, 09 FEB - Suona il pianoforte, spiega e racconta: smonta un pezzo celebre, lo rimonta, ci entra nelle pieghe e lo spettatore ne resta attonito: è l'alchimia di Emanuele Ferrari che si ripete ad ogni incontro con gli spettatori. Pianista, ricercatore di musicologia e storia della musica presso l'Università di Milano-Bicocca, dove insegna Musica e Didattica della musica, Emanuele Ferrari ha abituato il suo pubblico a lezioni-concerto che sono un nuovo modo di fare musica, per capirla e amarla fin da subito.
    Durante una lezione-concerto, suona un unico brano e pian piano ne svela tutti i suoi segreti. La Fondazione I Teatri di Reggio Emilia lo ha invitato anche quest'anno per due incontri, parte di un più ampio ciclo dal titolo "I volti della passione".
    Il primo appuntamento è per sabato 11 febbraio alle 18 al Teatro Cavallerizza con il Preludio e Fuga in fa diesis minore, dal secondo volume del Clavicembalo ben temperato, di Johann Sebastian Bach.
    "Nel Preludio e Fuga, il compositore di Lipsia riversa la smisurata ampiezza della sua sensibilità, dei suoi interessi, della sua onnisciente comprensione della musica e, vorremmo aggiungere, della vita. L'umano dolore si fonde con la speranza rischiarata dalla fede, la scienza musicale più severa si allea con le emozioni più profonde, in un pezzo sbalorditivo che dilata pochi minuti di musica in un affresco di amplissimo respiro", spiega il pianista. Il secondo appuntamento, sabato 18 marzo, sempre alle 18, è invece con Sergej Rachmaninov e il suo Momento Musicale Op. 16 N. 1 in Si bemolle minore, un brano in cui "la capacità della musica di parlare al cuore è trasformata in una vera e propria liturgia delle emozioni, all'incrocio tra la sfera del sacro, del visionario e del primitivo. Questo pezzo misterioso e avvincente sembra quasi anticipare le intuizioni del filosofo Jean-Paul Sartre, che pochi anni dopo avrebbe descritto le emozioni come una sopravvivenza, nell'uomo moderno, di un modo di sentire il mondo ancora legato alla magia".
    (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it