Sono rimaste cinque, da ventuno che erano in fase di indagine, le persone accusate di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, il cosiddetto 'caporalato', nel magazzino di Calderara di Reno del gruppo dell'arredamento e del mobile Mondo Convenienza. Per loro è fissata l'udienza preliminare, dopo la richiesta di rinvio a giudizio del pm Gabriella Tavano, per il 23 maggio davanti al Gup Grazia Nart, in tribunale a Bologna.
Il procedimento riguarda il presidente del Cda di Mondo Convenienza Holding Spa, Mara Cozzolino, difesa dagli avvocati Pietro Sarrocco e Giulia Bongiorno, e altri quattro rappresentanti e responsabili di società coinvolte nel magazzino, difesi dagli avvocati Luca Luparia Donati, Luca Spaltro, Domenico Morace, Alessandra Gualazzi.
La Procura bolognese contesta un'organizzazione del lavoro che, per contrarre tempi e costi nelle forniture ai clienti della merce in consegna, faceva ricorso a facchini, forniti da alcune coop, con retribuzioni difformi da quanto previsto dai contratti, turni senza fine, violazioni nella sicurezza sul lavoro con obbligo di sopportare pesanti carichi fisici senza strumenti meccanici, veicoli carenti, metodi degradanti e umilianti di controllo a distanza per costringere i lavoratori, con la minaccia di penalità, alla consegna di tutti i pacchi affidati entro la giornata.
Gli accertamenti sono partiti dagli esposti presentati nell'estate del 2020 da una ventina di facchini e riguardano fatti commessi tra il 2017 e il 2018. Le altre sedici posizioni di indagati sono state stralciate, dopo gli interrogatori e ulteriori indagini.
'Caporalato a Mondo Convenienza', chiesto il processo per 5
Gli indagati erano 21. 'Turni senza fine e metodi umilianti'