Emilia Romagna

Arrestato come mafioso turco, confermato il no all'estradizione

In Cassazione, lui si professa perseguitato politico

Redazione Ansa

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della Procura generale di Bologna sull'estradizione di Baris Boyun, arrestato il 3 agosto 2022 dalla polizia di Rimini su ordine di cattura internazionale dell'Autorità giudiziaria turca, con l'accusa di essere un esponente della mafia del suo Paese d'origine. Confermata quindi la decisione della Corte di appello di Bologna, che aveva revocato tutte le misure cautelari ritenendo che non ci fossero le condizioni per accogliere la richiesta di consegna avanzata dalla Turchia. Il 38enne, difeso dagli avvocati Matteo Murgo e Antonio Buondonno, ha sostenuto di essere un perseguitato politico curdo, che aveva già chiesto protezione internazionale all'Italia.
    Le accuse con cui venne arrestato a Rimini erano, tra l'altro, omicidio, lesioni, minacce, associazione a delinquere e violazione della legge sulle armi. Ma la difesa aveva depositato documentazione di Amnesty e Human Right Watch sul trattamento riservato in Turchia ai detenuti politici e dettagli sulle aggressioni subite da Boyun e dalla sua famiglia, che lo portarono a trasferirsi in Georgia.
    Per la Corte bolognese, le rassicurazioni fornite dall'Autorità giudiziaria turca sulle condizioni detentive cui sarebbe sottoposto Boyun non valgono a superare i seri rilievi formulati da organizzazioni accreditate. Il sostituto pg Antonella Scandellari aveva presentato ricorso, chiedendo l'annullamento della sentenza del 21 marzo, ma la Cassazione ha respinto. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it