Emilia Romagna

'Bologna Modernissima' di Flavio Favelli in Galleria Cavour

Selezione opere scelte appositamente per il salotto della città

Redazione Ansa

Galleria Cavour 1959 presenta da oggi al 28 luglio 'Bologna Modernissima' di Flavio Favelli, rassegna che racconta il rapporto di un artista con la città attraverso i suoi segni e le sue storie in un percorso originale per riscoprirne l'identità. Favelli espone una selezione di opere scelte appositamente per un luogo che i bolognesi hanno sempre considerato come il proprio salotto. Il "passaggio" razionalista che unisce quattro piazze della città diventa il fulcro di una sperimentazione di arte contemporanea che vede la rassegna integrarsi all'interno di un progetto che vuole promuovere artisti del territorio e prossimamente anche giovani talenti italiani emergenti.
    Per Favelli le opere "Insegna Bolognese", "Insegna Bologna Centro", "Derby" la vetrina poster con le squadre di Calcio Bologna-Fiorentina, il collage "Bologna Juve", il poster di "Arte Fiera 77" fino a un pannello dipinto rosso blu diventano opere per far parlare un luogo, e anche spie luminose per raccontare un personale rapporto con la città.
    "Tutti i rapporti che hanno a che fare con l'identità e con un territorio avranno sempre dei confini e riflettono conflitti - spiega l'artista -. Essendo nato a Firenze e avendo vissuto sempre a Bologna, dall'età di 6 anni, ho sperimentato il grande conflitto che generava l'appartenenza identitaria e culturale fra le due città. L'ho vissuto in casa, visto che il forte contrasto in famiglia fu esasperato proprio dal diverso sangue dei miei genitori. Così ci si trova fra due mondi che si possono guardare dall'esterno in modo distaccato".
    "Galleria Cavour è sempre stata sinonimo di moda, arte e cultura - dice Paola Pizzighini Benelli, presidente della Fondazione Palazzo Boncompagni e Galleria Cavour -. Qui aveva sede una delle più famose gallerie, la Galleria de' Foscherari che ha esposto negli anni Sessanta opere dell'Arte Povera, con la mostra curata da Germano Celant nel 1968, dove sono state esposte le prime opere di Michelangelo Pistoletto. E proprio il maestro Pistoletto, in seguito alla mostra allestita a Palazzo Boncompagni nel 2021, ha deciso di lasciare a Bologna la sua opera più simbolica, il Terzo Paradiso, perché fosse esposta nel Trivio della Galleria". (ANSA).
   

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