"Se potessi tornare indietro vorrei prendermi cura dei pazienti proprio come fate voi con me". C'è rimpianto ma allo stesso tempo gratitudine per l'aiuto che le viene offerto in Italia nelle parole di Nanny, una donna di 35 anni etiope, infermiera, mamma di due bambini, che a causa di un incidente stradale avvenuto nel 2017 nel suo Paese ha perso l'uso delle gambe.
Era già stata operata una prima volta per la frattura vertebrale all'ospedale di Adis Abeba, ma l'impianto in titanio si era rotto provocandole una sofferenza ormai insopportabile.
Prima la donna lavorava come infermiera nel reparto di Medicina interna della città di Soddo, poi la sua vita anche professionale è stata sconvolta. La prossima settimana sarà trasferita all'ospedale di Montecatone per iniziare la riabilitazione al fine di recuperare la maggiore autonomia possibile. L'accoglienza nel Bolognese è stata possibile attraverso una rete solidale: in prima linea il fratello, con lei in questi giorni in Italia, direttore del Centro di Soddo per Bambini di Strada "Smiling Children Town" che ha contattato il segretario missionario dei frati Cappuccini delle Marche (Missioni Estere Cappuccini Onlus) impegnati in progetti in Etiopia e nel Benin. Proprio i frati si sono rivolti all'Ospedale di Montecatone dove è stata valutata la necessità di intervenire prima a livello chirurgico al Maggiore per rimuovere il vecchio impianto e sostituirlo con uno di nuova generazione. La speranza è che Nanny possa tornare a casa dai suoi bambini a Natale senza più dolore.
Dall'Etiopia a Bologna operata per una vita senza più dolore
In sedia a rotelle dopo incidente, al Maggiore e Montecatone