Una condanna a sei mesi "che sa di vittoria - almeno a sentire gli attivisti di Ultima Generazione - perché la giudice ha riconosciuto il valore sociale e morale della nostra azione". Al Tribunale di Bologna è andata in scena l'ultima udienza del processo che vedeva imputati tre ambientalisti per aver bloccato per circa un'ora, il 2 novembre, la tangenziale cittadina.
Due di loro si erano cosparsi le mani con del cemento a presa rapida in modo da rimanere bloccati sull'asfalto e si era reso necessario l'intervento dei vigili del fuoco e del 118 per liberarli. L'azione, per chiedere al Governo di stanziare un Fondo di Riparazione permanente per gli eventi estremi, aveva portato all'arresto dei tre attivisti (e a una serie di denunce per altri nove), che poi erano stati rilasciati al termine di una notte passata in Questura con due divieti di dimora e un obbligo di firma (misure poi revocate).
Fuori dal Tribunale, come era successo già per le altre udienze, una quarantina di ambientalisti solidali con i loro 'colleghi' sotto processo - Ettore, Mida e Silvia, due capi scout e una ricercatrice - hanno inscenato un presidio in attesa della sentenza. Finita l'udienza hanno accolto con un applauso i tre, condannati a sei mesi (con pena sospesa e non menzione) per violenza privata e interruzione di pubblico servizio: per quanto riguarda quest'ultimo reato, Ultima Generazione ha sottolineato che è la prima volta che dei loro attivisti vengono condannati per una accusa del genere. La giudice Simona Siena, ha poi assolto gli ambientalisti dalle accuse di danneggiamento, manifestazione non autorizzata e inottemperanza al foglio di via.
Ai tre attivisti sono state concesse sia le attenuanti generiche che le attenuanti per aver agito per particolari motivi di ordine morale e sociale. La Procura aveva chiesto un anno ciascuno, e nel chiedere "le attenuanti generiche ha sottolineato - ha spiegato uno dei due legali degli attivisti, Elia De Caro - che l'azione è stata posta per un motivo nobile".
"Aspetteremo i 90 giorni delle motivazioni - ha aggiunto il legale dopo la sentenza - ma tendenzialmente faremo appello per i due reati per i quali sono stati condannati. Diciamo che da un certo punto di vista siamo già soddisfatti, perché rispetto all'inizio la situazione è sicuramente cambiata, c'è già stato un parziale riconoscimento delle ragioni degli imputati, non ultima la concessione dell'attenuante di aver agito per particolari motivi di ordine morale e sociale".
Ultima Generazione, infatti, canta vittoria. "Oggi hanno condannato noi tre - ha detto Silvia - ma domani saremo in 100 o in mille a rifare la stessa azione". "Noi lo abbiamo fatto per delle motivazioni profonde - sottolinea anche Mida - che la stessa giudice ha riconosciuto come atto di alto valore morale, e quindi è una vittoria questa, al di là della condanna, perché un'istituzione ha riconosciuto il motivo per cui agiamo così".
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